MARILENA CHITI
Cronaca

Monash University. Da 25 anni abita qui. Obiettivo conoscenza e integrazione di culture

Tanti progetti portati avanti per una reciprocità sempre più profonda. Studenti protagonisti della vita cittadina. Dibattiti e iniziative aperte a tutti .

Tanti progetti portati avanti per una reciprocità sempre più profonda. Studenti protagonisti della vita cittadina. Dibattiti e iniziative aperte a tutti .

Tanti progetti portati avanti per una reciprocità sempre più profonda. Studenti protagonisti della vita cittadina. Dibattiti e iniziative aperte a tutti .

Fare parte attiva della comunità locale. L’impegno della Monash University Prato Centre resta inossidabile alla soglia del quarto di secolo, da quando l’università australiana di Melbourne si è insediata in città. Nel 2026 saranno spente 25 candeline e, a distanza di tanti anni, Prato resta ancora oggi l’unica sede europea della Monash. "La posizione geografica di Prato consente di raggiungere agevolmente altri luoghi in Italia e in Europa - spiega Cathy Crupi, direttrice associata della sede di palazzo Vaj – La città offre storia, arte, cultura. Gli studenti, i docenti e i ricercatori qui si muovono bene. Riusciamo ad attivare progetti con altre università, collaborazioni con le scuole e con le aziende". Davvero contagioso tanto entusiasmo, ma, soprattutto, uno sprone per chi ancora tarda a comprendere la grande opportunità offerta dall’avere in casa le università straniere. Settecento studenti della Monash che ogni anno entrano in contatto con Prato e che non si accontentano di conoscerla sui libri o visitando i monumenti. Proprio con questo spirito, da una manciata di giorni, ha preso avvio una nuova iniziativa. Si chiama "Ancora Imparo- Monash Prato Dialogues", una rassegna di incontri tra mondo universitario, eccellenze di vari campi e comunità locale. Il primo appuntamento ha visto la partecipazione di Davide Serino, co-sceneggiatore della serie televisiva "M - Il figlio del secolo" trasmessa su Sky e tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati sulla figura di Benito Mussolini. "In questo incontro aperto alla cittadinanza c’è stata grande partecipazione – commenta Crupi- Un ponte tra università e territorio. A breve stileremo il programma dei prossimi incontri, tutti ad ingresso libero. Porte aperte del campus ad esperti, artisti, professionisti e cittadinanza per una riflessione comune". Un progetto d’integrazione che cammina nel solco di altre virtuose esperienze come il programma "homestay" di ospitalità degli studenti nelle famiglie pratesi e le tante azioni di volontariato nelle associazioni. Attività che dovrebbero essere corroboranti perché la città impari ad avere uno sguardo lungo sul proprio futuro. "I nostri studenti fanno volontariato all’Oratorio di sant’Anna o alla Mensa La Pira, vanno nelle scuole per esperienze di scambio. Tutto questo ci fa essere dentro la città- sottolinea Crupi – Quando nel marzo 2020, per il Covid, fummo costretti a chiudere, ci sentimmo feriti nei nostri progetti e nelle nostre ambizioni. Siamo potuti tornare soltanto nel 2022, una ripartenza lenta, ma poi abbiamo ripreso il ritmo". La direttrice ricorda che a gennaio di questo anno, 54 studenti del programma "Global Immersion Guarantee" che prevede di applicare le conoscenze al territorio per sensibilizzare la città all’importanza del verde, si mossero dalla loro sede di via Pugliesi con piante di bambù e una di callistemon, tipica della flora australiana: "Attraversarono il centro cittadino in un messaggio di sostenibilità ambientale, un evento simbolico che scegliemmo di fare proprio nel cuore di Prato".

Marilena Chiti