
Un'idrovora in azione e una strada allagata dal nubifragio di mercoledì
Montemurlo (Prato), 22 agosto 2025 – La rabbia e l’amarezza. Questi gli stati d’animo fra a gente di Montemurlo il giorno dopo il disastro degli allagamenti. In particolare, per gli abitanti delle frazioni di Bagnolo e Oste. Mercoledì intorno alle 18,30 sono caduti caduti 51 mm di pioggia in meno di mezz’ora. I segni del passaggio di una vera e propria tromba d’aria erano ben visibili anche il giorno dopo: per le strade, sulle autovetture colpite dalla grandine, nei seminterrati allagati e in altre strutture che hanno risentito degli effetti di pioggia e vento. Come a Bagnolo, dove l’Istituto Comprensivo Margherita Hack ha subito danni al tetto. Stesso discorso per il centro sportivo Paolo Nesti: due palloni polifunzionali sono stati squarciati, la rete del campo di pallavolo divelta e l’area allagata, mentre l’altro campo coperto ha resistito.
A Oste, la zona più colpita è stata quella di via di Palarciano e delle strade limitrofe. E qui, secondo i cittadini, entrano in gioco le responsabilità dell’amministrazione comunale, e non solo. “E’ la quinta volta che Oste si allaga da quando è venuta l’alluvione nel 2023. La colpa è del sistema fognario - sottolinea Rolando Valdiserri del Comitato Bagnolo per l’alluvione - In passato è stato realizzata una saracinesca utile quando le fogne sono sotto pressione: una volta aperta, permette il deflusso delle acque nel torrente Mendalcione. Prima l’apertura avveniva manualmente, mentre da quando a controllare il tutto è Publiacqua, il meccanismo è stato automatizzato. La scorsa volta, il sistema aveva avuto un danno e l’azienda aveva dovuto mandare un addetto per aprire la botola. Stavolta di chi è la colpa? Qualcuno deve darci delle risposte, perché la saracinesca si poteva e si doveva aprire, ma nessuno l’ha fatto. Prima dell’evento, avevo avvertito tutti di controllare e pulire le caditoie vicino alle proprie abitazioni o aziende, e di stare pronti a ripulirle durante il maltempo perché foglie o aghi di pino bloccano il deflusso in caso di piogge intense”.
Nel mirino anche il Sollevamento Mazzaccheri. “Come tecnici del Comitato – prosegue Valdiserri – avevamo riscontrato problemi nel corretto funzionamento di Mazzaccheri, che portava via molto meno dei 5 metri cubi al secondo nominali. Abbiamo chiesto di poter visionare il progetto per cercare di individuare eventuali miglioramenti, ma ci è stato negato il permesso di farlo per questioni di sicurezza”. Di questa situazione hanno risentito ad esempio Fabrizio Micheli, residente in via Puccini, e Vania Mazzaccheri, che ha un magazzino in via Pistoiese.
“Non ce la faccio davvero più: ogni volta che c’è un fenomeno atmosferico consistente, il piano terra della mia abitazione si allaga. Non è facile considerando che ho un bambino piccolo e una suocera di 82 anni in casa”, racconta il primo.
“Il magazzino dell’azienda – aggiunge la seconda – si trova proprio di fronte al Sollevamento Mazzaccheri. Purtroppo non riescono a risolvere questo problema delle fogne e ne paghiamo sempre le conseguenze”.
Sulla stessa falsariga il commento di Leonard Li Bassi, che abita in via di Palarciano. “Non si può vivere così. Mi si è allagato il garage e ho perso la moto. Stavolta andrò per vie legali”. Sulla questione intervengono il capogruppo di Fdi Antonio Matteo Meoni, insieme al consigliere Rudj Baglioni: “C’è la necessità di affrontare con decisione alcune priorità: rendere operativo un nuovo Piano Comunale di Protezione Civile, incrementare la manutenzione ordinaria su tutto il territorio. Con l’autunno alle porte non possiamo permetterci impreparazione”.