
Il compositore pratese Franco Bettiol al termine dell’ultimo concerto
Cosa significa essere compositore oggi? Ce lo può dire il maestro pratese Franco Bettiol reduce dall’ultimo successo del concerto spettacolo Summer edition - Giardini al Chiostro di San Domenico. "Il mio orientamento ispirativo è la sinestesia – spiega - un interesse che risale agli anni del conservatorio, alla scoperta degli impressionisti francesi e di Skrjabin, che su tale ricerca fondò la sua poetica musicale. Purtroppo non ebbe seguito, spazzata via dalla rivoluzionaria dittatura della dodecafonia schoenberghiana". Sinestesia: per chi lavora con la musica come Bettiol significa fondere le diverse percezioni dei cinque sensi, i colori e la vista, l’udito per la musica, perfino l’olfatto. Tutto questo diventa il "linguaggio" personale di una creatività che però "non deve mai dimenticare la propria funzione di comunicazione, d’intesa col pubblico". E il maestro ricorda come nel suo ultimo spettacolo abbia sentito l’esigenza di inserire la danza. Intrecci. Che ha appreso nel 1978 dal suo mentore, docente al conservatorio Cherubini: il maestro Franco Cioci. "Uno di quegli incontri che ti cambiano la vita – dice –: sperimentatore nel campo della musica contemporanea, mi ha insegnato la libertà e la necessità di inserire elementi della propria esperienza personale. A me che sono interessato alla fitoterapia e alla farmaceutica, ha consigliato lo studio dell’influenza delle vibrazioni sonore sulla nostra salute, offrendomi l’orizzonte per nuove ricerche". Oggi la collaborazione con l’associazione Perché Verdi Viva ha riacceso in Bettiol la passione per un antico progetto su testo di un critico musicale pratese: un’opera teatrale dall’enigmatico titolo Me-Faust (Mefistofele- Faust). Ancora una percezione incrociata.
Goffredo Gori