REDAZIONE PRATO

Lo scontro tra Pd e FdI: "Partito di Meloni in crisi": "I dem? Massoni tra loro"

Fratelli d’Italia mantiene la linea del silenzio in attesa di novità che possono arrivare sia dalle indagini della procura che da Roma. Via Carraia punta il dito sui ’rivali’, ma ha ancora problemi interni da risolvere.

Tommaso Cocci nel suo video pubblicato sabato sera sui social

Tommaso Cocci nel suo video pubblicato sabato sera sui social

"I tristi buchi delle serrature altrui servono solo a chi non ha cuore, idee e voglia di fare" dice Chiara Bartalini, ex assessora della giunta Bugetti, esponente del Movimento 5 Stelle e candidata al consiglio regionale toscano. E si tira fuori dalle polemiche che stanno attanagliando Prato e i suoi due partiti principali, entrambi in crisi, Pd e Fratelli d’Italia.

I dem buttano la palla in calcio d’angolo e cercano di mettere in piedi la strategia di distrazione accendendo i riflettori sui guai del partito della premier, Fratelli d’Italia mantiene fede alla consegna del silenzio confidando che l’accelerazione delle indagini della procura possa diradare dubbi e interrogativi. Ma al tempo stesso aspetta segnali anche dalla testa del partito, da Roma.

In FdI c’è in atto il congelamento di tutte le candidature con la forte ipotesi che i sei nomi fatti finora per la lista pratese siano azzerati e si cominci tutto da capo. Attenzione puntata soprattutto sulle tre candidature maschili chiaramente: Tommaso Cocci, Claudio Belgiorno, Gianluca Banchelli. Il presidente provinciale Matteo Mazzanti martedì ha evidenziato che nessun nome "era ed è ufficiale". Il 23 agosto però aveva dato quasi per scontato il tris di candidati con qualche però che forse lasciava spazio a dubbi (la notizia di Cocci è stata diffusa il 30 agosto). Così diceva Mazzanti una settimana prima: "Ho la fortuna di poter contare su una classe dirigente di livello, i nomi papabili ci sono, manca solo l’ufficialità. Ma alcuni sono già noti, i cartelli in giro per i Comuni della Provincia ed i social forniscono già abbondanti indizi. Fratelli d’Italia farà la sua parte e sono sicuro che anche gli altri partiti della coalizione presenteranno nomi validi".

C’era in atto di fatto una sorta di autocandidature tollerate da parte del vertice di FdI. Anche perché la testa del partito sapeva del caso Cocci. E perché non aveva bloccato la campagna elettorale del giovane avvocato-politico. Cocci aveva avviato il percorso di avvicinamento al voto con diverse iniziative tra cui una principale a Coiano, l’inizio della campagna elettorale. E poi, anche più degli altri due sfidanti, ha tappezzato la città con i maxi cartelloni ed ha iniziato una tambureggiante campagna di impegno anche sui social.

Il Pd ha i suoi grossi guai, ma cerca di distrarre l’opinione pubblica con quelli degli altri. I dem devono rimettere in piedi il rapporto, molto sfilacciato, con il suo popolo smarrito dopo il terremoto amministrativo e politico e ridare vigore all’azione politica propositiva. Per ora l’impegno è stato puntato alla costruzione del campo larghissimo regionale e al varo delle candidature. A tal proposito ne mancano ancora tre dopo Matteo Biffoni, Marta Logli e Marco Martini. Chi saranno? C’è ancora qualcuno che tentenna di fronte all’offerta dem. Il segretario Biagioni intanto con martello e legni sta piantando paletti intorno alla sede di via Carraia. Prima aveva annunciato che i candidati non dovevano avere rapporti con le imprese e mai e poi mai avere contributi da aziende per la campagna elettorale (proposta da affinare però). Poi martedì ha sottolineato che chiederà un’autodichiarazione a tutti coloro che saranno chiamati a rappresentare il partito facendo riferimento alla massoneria e alle ultime polemiche. Fingendo di non sapere che diversi esponenti dem sono massoni appartenenti a logge pratesi? "E finora non si era posto il problema..." dicono dal centrodestra pratese.

Luigi Caroppo