
Benedetti (Federmoda Cna): "In balìa della situazione internazionale". Marini (Sistema Moda Ctn) guarda oltre l’autunno: "L’anno nuovo sarà. migliore". Giusti (Confartigianato): "Dalla politica servono scelte coraggiose".
E’ l’estate della ‘chiusura differenziata’ del distretto. C’è chi le ferie le ha già iniziate e chi entra nel vivo nei giorni centrali di agosto. E c’è chi arriverà dritto al 31 sperando in un settembre che possa portare aria di ripresa. Il contesto in cui si inserisce questa estate è di un -2,5% di produzione tessile rispetto al 2° trimestre 2024: una performance migliore rispetto al dato italiano di -8,1% (dati Centro Studi Confindustria Toscana Nord). "Si vive in uno stato di incertezza dettato dalla situazione internazionale. Anche se sembra che ci sia una piccola ripresa si capisce che non è determinante per la ripartenza vera", afferma Luca Benedetti, presidente Federmoda Cna Toscana centro. Dazi americani e rapporto con i clienti sono elementi che potranno fare la differenza. "I dazi saranno un’altra mazzata anche se a Prato non colpisono tanto direttamente il tessile. C’è un fatto: quando l’economia americana gira a Prato si è sempre lavorato".
I dazi a stelle e strisce arrivano nel mezzo "di una piccola ripresa estiva – sostiene Francesco Marini, di Marini Industrie e presidente della sezione Sistema moda di Ctn – in un modo penalizzante e di incertezza. Penalizzante perché alcune categorie di prodotti avevano dazi bassi o nulli. La paura è che i nostri clienti non possano assorbire questi aumenti e vadano a comprare in mercati più vantaggiosi. Su questo fronte, come sistema Paese non siamo competitivi. La nostra competività si basa su creatività e ricerca, peculiarità per rimanere attrattivi". Se il sistema Prato ha degli assi da giocare, il mercato è attraversato da una calma piatta "anche quello del lusso, fatte alcune eccezioni. Ciò comporta che si venda meno, si fanno meno metri di tessuto e meno chili di filati. Nell’estivo constatiamo una piccola ripresa, ma il fronte degli ordini per l’invernale è andato male. Si spera di compensare un po’ nella seconda parte dell’anno". A soffrire di più sono i produttori di filati, a differenza dei tessuti: una situazione ribaltata rispetto a qualche tempo fa. Il moderato ottismo guida questa fase: "Si pensa che la parte peggiore sia passata. La situazione è a macchia di leopardo tra aziende che soffrono di più ed altre che risentono meno dei problemi. I nostri clienti sono molto esigenti: ci sono continui audit per la sostenibilità e la tracciabilità per controllare il rispetto dei parametri e per rimanere all’interno dei portali e rimanere fornitori attendibili". Marini, al riguardo, considera che "gli investimenti fatti su questo fronte negli anni precedenti danno buoni frutti" e che "l’iniziativa del presidente di Confindustria moda, Luca Sburlati, di dialogare con i brand è importante per difendere la nostra filiera che è sana. E’ necessario che ci sia un dialogo responsabile tra committenza e produzione con la distribuzione del valore lungo tutta la filiera. Il 2026? Potrà essere un anno migliore".
Il momento delle ferie, anche se per quest’anno in parte forzate vista la scarsità di lavoro, può diventare una fase importante di ripensamento per il futuro del distretto. Ne è convinto Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Prato che invita la città e la sua forza produttiva a ripensare in modo collettivo l’identità del distretto. "Si sta vivendo un periodo spartiacque: bisogna tirare fuori la forza delle imprese e degli imprenditori, scegliere bene i propri partner e guardare avanti con fiducia".
Un atteggiamento non facile da assumere a fronte di una situazione immobile in cui la scarsità di ordini, la carenza di lavoro potrebbero fare pensare ad altro. E in una situazione in cui si inseriscono anche i dazi Usa. "La leggera ripresa di maggio e giugno si è esaurita a luglio. E a settembre la prospettiva non è migliore". Una ripartenza a tutto tondo possibile, quindi, che per Giusti richiede non interventi legati all’emergenza, ma lungimiranti per "immaginare la città del futuro. Sebbene ci sia sconcerto e sfiducia, i pratesi hanno capacità e idee per progettare il futuro. E anche la politica deve saper fare scelte coraggiose".
Sara Bessi