REDAZIONE PRATO

La città tra grembiuli e politica. Numeri, logge e alleanze. Dove resiste l’altro potere

Alla Pubblica sono 26 i massoni (su 9mila soci), appartenenti sia alla Gran Loggia d’Italia che al Grande Oriente. In passato la presenza di massoni all’Asl era massiccia. Poi una legge regionale ha cambiato le cose.

Una delle sale della Loggia degli Alam a Firenze

Una delle sale della Loggia degli Alam a Firenze

Grembiuli e compassi. Nella città dove la statua di Mazzoni, triumviro della Repubblica Toscana nel 1849, parlamentare del Regno d’Italia e Gran Maestro della Massoneria, campeggia a due passi dal Duomo e a tre dal Comune, il tema della massoneria è tornato attualissimo. E finito dritto dritto sotto i riflettori nazionali. Il caso Cocci ha portato la procura a mettere ai raggi x la Loggia del Sagittario a Prato e quella degli Alam a Firenze (la ‘casa madre’ della prima) e a chiedere gli elenchi degli iscritti. La procura pratese ha acceso i riflettori sulla loggia "Sagittario" per la terza volta in un anno e mezzo. È la stessa loggia massonica al centro dell’inchiesta della Dda di Firenze per i presunti rapporti corruttivi fra l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci (maestro venerabile fino al 2020) e l’ex sindaca di Prato Ilaria Bugetti. Loggia della quale Cocci è stato segretario fino a giugno, quando si è messo in sonno.

Il quadro che di Prato sta emergendo in queste ultime settimane è quello di una città dove la massoneria conta, e molto. In un articolo dell’altro giorno il Fatto Quotidiano definisce La Pubblica assistenza L’Avvenire appannaggio della massoneria. E di conseguenza "terreno fertile per la politica a caccia di voti". Alla Pubblica ci sono persone iscritte a diverse logge – ad esempio Sagittario, Cavour, Meoni Mazzoni, Pacido Martini, delle due diverse obbedienze (Grande Oriente d’Italia e Gran Loggia d’Italia): in tutto sono 26 i massoni su un totale di circa 9mila soci. A livello cittadino i massoni pratesi sono poco meno di 250 in una città di quasi 200mila abitanti. Il fatto curioso è che a Prato ‘dominano’, a livello numerico, quelli delle logge afferenti all’obbedienza della Gran Loggia d’Italia (tra cui appunto la Sagittario e la Cavour). Sono tra i 150 e i 170. Mentre i massoni afferenti all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia sono una settantina. Una situazione rovesciata rispetto al dato nazionale, dove il Grande Oriente conta 24mila iscritti, mentre la Gran Loggia d’Italia 6-7mila.

Pubblica assistenza a parte, un altro ambito dove fino a qualche tempo fa era massiccia la presenza di massoni era quello dell’Asl, quello medico. Ma una legge regionale ha previsto che l’appartenenza venga dichiarata. E così, di fatto, tanti si sono messi in sonno. Quanto alla politica, dopo il polverone delle ultime due inchieste (Bugetti e Cocci) legate in qualche modo anche alla massoneria, ora quasi tutti i partiti hanno ‘messo al bando’ apertamente i massoni, con l’esclusione di Forza Italia.

Il terremoto che ha colpito la loggia del Sagittario è arrivato fino alla Gran Loggia d’Italia di Rito Scozzese. "Siamo dispiaciuti – dice il Gran Maestro Sergio Ciannella – per lo scandalo scoppiato a Prato. Da tempo cerchiamo di riportare l’istituzione nel suo alveo naturale. Ci ha lasciato perplessi l’agire di certe obbedienze e quando ho saputo che si tratta della Gran Loggia d’Italia degli Alam ho avuto la conferma che questa obbedienza si allontana dagli scopi tradizionali della massoneria. Quella degli Alam è la nostra matrice, noi siamo venuti da là, poi c’è stata una scissione nel 2017 per motivi interni e oggi la ritroviamo sulla cronaca – continua Ciannella – Vorrei precisare l’irregolarità degli Alam, a cui afferisce la loggia del Sagittario, perché gli attuali dirigenti della Alam sono stati radiati per condotta contraria ai principi dell’etica massonica, decisione confermata da una sentenza del Tribunale, di Roma".

Maristella Carbonin