
Roberto Macrì
Prato vive oggi una fase complessa, segnata in alcuni tratti da smarrimento e disorientamento. Eppure, al tempo stesso, la nostra città conserva intatte le potenzialità per rialzarsi e tornare a costruire il proprio avvenire con fiducia. Le difficoltà sono reali, ma non meno reali sono le risorse: Prato continua a esprimere una vitalità significativa, sia nel mondo delle attività produttive, sia nella sfera sociale, culturale sportivo e artistica.
C’è un elemento che ritengo imprescindibile sottolineare: la qualità della classe dirigente complessiva — politica, imprenditoriale, culturale e religiosa — è adeguata al tempo che viviamo. Non condivido il giudizio, a volte affrettato e liquidatorio, secondo cui i politici, gli imprenditori o gli intellettuali di oggi sarebbero peggiori di quelli di ieri. Ogni epoca reca con sé le proprie sfide, e gli uomini e le donne del presente stanno affrontando con dignità e competenza i problemi del nostro tempo, così come in passato altri seppero confrontarsi con le difficoltà della loro stagione storica.
Quando ci si rifugia in una visione troppo nostalgica del passato, spesso è segno di una difficoltà a comprendere il presente, con i suoi limiti ma anche con le sue potenzialità. E quando si indulge a un atteggiamento eccessivamente critico verso l’oggi, dovremmo domandarci se il problema non derivi dalla nostra incapacità di connetterci al presente e di leggerlo nella sua complessità.
Alcuni episodi — che solo una volta chiariti in ogni loro contorno potranno essere valutati con obiettività — non possono e non devono assurgere a paradigma per giudizi sommari o generalizzazioni che finirebbero per delegittimare un’intera classe dirigente cittadina.
La politica non è tutto
Un punto cruciale riguarda il ruolo della politica. Essa è essenziale per la crescita di una comunità, ma non può e non deve farsi carico di ogni risposta. La politica esprime al meglio la sua funzione quando è in grado di interpretare, indirizzare e governare processi che germogliano dal tessuto vivo della società. Una società civile attiva, responsabile, capace di generare energie, progetti e creatività: è questo l’humus fecondo su cui anche la politica può innestare una visione e un progetto di lungo periodo.
Occorre dunque superare l’idea che la politica, e perfino le istituzioni, siano collocate al di sopra della società e delle energie vive che la attraversano. Una comunità cresce quando si realizza un’autentica sussidiarietà, una sintesi armonica tra i diversi soggetti che la compongono, nel rispetto dei ruoli e nel riconoscimento di una pari dignità.
L’auspicio è che, attraverso qualche iniziativa generosa e intraprendente, possano nascere nuove occasioni di confronto autentico, capaci di rimettere al centro il bene comune, proprio come sta facendo “La Nazione” che, grazie al suo caporedattore, ha aperto questa bellissima finestra di confronto per la città. Mi auguro che essa possa essere il prodromo di ulteriori iniziative, promosse magari insieme da più organi di stampa cittadini, compreso quello che io rappresento.
In questa prospettiva mi piace collocare l’appello che lo scorso giugno il nostro Vescovo Giovanni Nerbini ha rivolto alla città di Prato, all’indomani della crisi istituzionale. Un appello che con garbo e passione, sollecitava la ricerca di un minimo comun denominatore che ci renda cittadini di una medesima comunità, corresponsabili del suo destino ciascuno nel suo ruolo di responsabilità.
È questo il lavoro che ci attende: ricercare valori condivisi, dar vita a luoghi di dialogo e di confronto che sappiano superare steccati ideologici e identitari, troppo spesso ridotti a conflittualità sterile. Non si tratta di annullare le differenze, ma al contrario di riconoscerle come un patrimonio prezioso. Solo da questo reciproco riconoscimento può scaturire una dialettica sana e costruttiva, orientata al bene comune.
Prato possiede ancora energie autentiche, storie di impegno e di innovazione che meritano di essere valorizzate. Il compito di ciascuno, nel proprio ruolo, è quello di orientarle verso un orizzonte comune, affinché la nostra città possa ritrovare se stessa nel segno della responsabilità condivisa e della fiducia nel futuro.
Roberto MacrìPresidente di TV Prato