REDAZIONE PRATO

Il Pd e le candidature. Tormenti sulle deroghe. Vertice online con Fossi. Resta il nodo dei big

Fa discutere l’"imbuto" per la selezione dei nomi per il consiglio toscano "Non possiamo noi segretari provinciali non riunire le direzioni" .

Fa discutere l’"imbuto" per la selezione dei nomi per il consiglio toscano "Non possiamo noi segretari provinciali non riunire le direzioni" .

Fa discutere l’"imbuto" per la selezione dei nomi per il consiglio toscano "Non possiamo noi segretari provinciali non riunire le direzioni" .

Rin-no-va-me-nto. Concetto che se applicato alle liste Pd per le regionali fa rima con discontinuità pur di pensionare più riformisti possibile. Il segretario regionale Emiliano Fossi (nella foto in alto a destra) non scombina lo spartito schleiniano suonato dal Nazareno. Neanche dopo aver tastato il polso dei territori, con i segretari provinciali chiamati a rapporto da via Forlanini. Assise breve, chiusa intorno alle 19.45, "con qualche scossone", ma necessaria dal momento che sarà la segreteria regionale a varare direttamente le liste, a decidere se restringere (accettando l’incognita dei ricorsi alla commissione di garanzia) o estendere anche a questa tornata il “lodo Ceccarelli“ che concede un mandato in più ad assessori con un trascorso da consiglieri. E l’opzione listino bloccato? "Per ora non è argomento di discussione", avrebbe detto Fossi ai compagni segretari. Solo che il tempo stringe, e le liste vanno chiuse entro la prima settimana di settembre. Le deroghe - se concesse -, restano sempre "tre per eccesso", come recita lo Statuto nazionale a cui il Pd Toscana si è rimesso decidendo di non decidere partite che scottano. Come Siena, Grosseto, Arezzo, Firenze. Bezzini, assessore uscente alla Sanità, resta per la città del Palio intoccabile, da ricandidare costi quel che costi. Idem per il collega di giunta allo Sviluppo Economico. La Maremma "non può prescindere" dalle migliaia di preferenze certe. Eppure attorno a Bezzini, Marras e Ceccarelli, c’è un ragionamento dietro che via Forlanini non può ignorare: le tornate amministrative in città che pendono a destra da riconquistare dal 2026 in poi.

"Se devono o meno esserci deroghe fatecelo sapere quanto prima", l’appello delle federazioni al segretario regionale. La costa è in subbuglio (Versilia e Livorno) perché teme una sotto rappresentanza. Due i labronici sulla graticola già al secondo mandato: Anselmi e Gazzetti. Pisa, commissariata da Schlein, è capitolo a parte, con l’assessora Nardini e il presidente del Consiglio Antonio Mazzeo, una schleiniana e un riformista alla finestra. È passato un monito ieri "che Fossi non ha potuto ignorare", racconta un alfiere dem: "D’accordo, il jolly in mano ce l’ha il regionale, ma non possiamo noi segretari provinciali non riunire le nostre direzioni con le elezioni alle porte".

Fra.Ing.