
Un momento dello sgombero a Vicofare
Pistoia, 27 giugno 2025 – Sono circa settanta i migranti che, negli ultimi giorni, sono stati trasferiti dalla parrocchia di Vicofaro, a Pistoia, verso nuove strutture di accoglienza messe a disposizione dalla diocesi, distribuite tra il capoluogo, Quarrata, Larciano, Piuvica e Capostrada. La maggior parte dei trasferimenti è avvenuta tra ieri e oggi, in forma volontaria e con il monitoraggio di forze dell’ordine, come disposto dalla Prefettura per evitare tentativi di reingresso o occupazione. Ne dà notizia il parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani, che conferma anche come nei locali della parrocchia restino ancora una trentina di ospiti. “Sono contento perché i ragazzi ora vivono in condizioni migliorative rispetto a quelle che avevamo qui”, ha dichiarato il sacerdote. “Ma sono anche preoccupato: non vorrei che queste nuove sistemazioni si trasformassero in un parcheggio. Devono essere seguiti e accompagnati verso un'autonomia reale, altrimenti rischiano di tornare qui”. Il trasferimento è stato disposto in seguito a un’ordinanza di sgombero firmata il 7 giugno dal sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi (Fratelli d’Italia), motivata da criticità igienico-sanitarie nei locali della parrocchia. Tra le problematiche segnalate nell’ordinanza: sovraffollamento ben oltre la capienza massima, la presenza di bombole del gas vicino a impianti elettrici, accumuli di materiali in condizioni insicure e segnalazioni (non confermate ufficialmente) di casi di tubercolosi. Contro l’ordinanza è stato presentato un ricorso al Tar da parte dei legali di don Biancalani, gli avvocati Andrea Malucchi e Rosario Baldi, che puntano a ottenere una sospensiva entro i 20 giorni previsti dal provvedimento. Nel frattempo, il parroco ha organizzato anche un presidio di solidarietà davanti alla parrocchia, denunciando il rischio di “sgombero coatto” e la possibilità che venga smantellata un’esperienza decennale di accoglienza. La diocesi di Pistoia ha confermato comunque l’intenzione di proseguire con il modello dell’accoglienza diffusa, assicurando assistenza costante e percorsi di integrazione nei nuovi centri. Secondo il vescovo Fausto Tardelli l’intervento di questi giorni non è da considerarsi uno sgombero forzato quanto un passaggio necessario a tutela della dignità delle persone accolte e della sicurezza degli spazi. Di altro parere Don Biancalani, che rimane fermo nel difendere la vocazione originaria della parrocchia: “Non accetterò che l'accoglienza venga interrotta. Deve continuare. Bisogna tenere sempre una porta aperta per chi ha bisogno”. E aggiunge: “Attendo di sapere se verranno davvero eseguiti i lavori promessi dalla diocesi e dove sarà possibile proseguire con l’accoglienza. Non voglio che tutto questo finisca nel nulla”.