
Il Green park dove è stato trovato il keu (foto Bongianni/Germogli)
Un altro rinvio. Stavolta a settembre. Dopo un duello di eccezioni. E’ l’udienza preliminare dell’inchiesta Keu che si è trovata ieri – si apprende - a sciogliere nodi emersi al precedente passaggio in aula quando ci fu una eccezione sollevata da uno dei soggetti citati come responsabile civile che fu in parte accolta dal giudice secondo la quale il pm doveva riformulare il capo d’imputazione per specificare con maggiore chiarezza quali sono le eventuali responsabilità contestate. Riformulazione del capo d’imputazione che richiederà l’acquisizione di ulteriori documenti societari che – da quanto emerso – il giudice ha autorizzato. Da qui il rinvio disposto dal gup.
Al ritorno in aula, dopo l’estate, potrebbe essere davvero il giorno nel quale il pm procederà con la discussione, dettagliando l’indagine e le diverse posizioni (rischiano il rinvio a giudizio 24 persone e 6 società). Intanto, all’esito dell’udienza di ieri, sulla vicenda Keu e sul percorso giudiziario in corso, ha preso posizione Elena Meini, capogruppo della Lega in Consiglio regionale. "Come presidente della commissione d’inchiesta regionale sulle infiltrazioni mafiose, ho seguito con grande attenzione la grave e complessa vicenda legata all’inchiesta Keu – dice Meini –. Il processo, aperto il 12 aprile 2024 al tribunale di Firenze, è stato subito rinviato a maggio e oggi si è tenuta un’ulteriore udienza che, purtroppo, non ha prodotto risultati concreti. Ricordiamo che l’inchiesta giudiziaria ha avuto la luce ad aprile 2021: dopo quattro anni ancora non ci sono nemmeno i rinvii a giudizio". "Non possiamo che immaginare lo sconforto di chi ha subito danni pesantissimi da questo scandalo, che ricordiamo non è solo giudiziario, ma ha anche gravi implicazioni politiche, per le possibili commistioni tra ambienti diversi – prosegue Meini –. Dopo oltre un anno di udienze, tra eccezioni procedurali e documentazioni mancanti, il processo sembra ancora fermo al punto di partenza. Una situazione che non è certo rassicurante".
"Comprendiamo che la giustizia abbia i suoi tempi, e lungi da noi volerci sostituire ai giudici, ma è doveroso sottolineare lo stato d’animo di tanti cittadini danneggiati, che guardano con preoccupazione a un dibattimento che procede con estrema lentezza – conclude il consigliere del Carroccio –. Temiamo, dunque, che questa vicenda si protrarrà ancora a lungo. E intanto resta il dubbio, gravissimo, che non siano stati individuati tutti gli scarti tossici legati al Keu, con conseguenze pericolose per la salute pubblica. Un aspetto che non può e non deve essere dimenticato". L’indagine keu divenne di dominio pubblico, appunto, nell’aprile 2021 quando emerse il presunto smaltimento illecito del keu ricavato dai fanghi conciari: il prodotto – secondo l’accusa – veniva riciclato in modo non conforme in riempimenti e sottofondi stradali perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo. Tant’ è che gli inquirenti lo hanno trovato a tonnellate in 13 siti portati alla luce dall’inchiesta della procura antimafia di Firenze.
Carlo Baroni