SARAH ESPOSITO
Cronaca

Declassamento del teatro. Infuria la battaglia politica

L’ipotesi di perdere il titolo di nazionale ha creato forti reazioni in Toscana. Intanto, con largo anticipo, è stata presentata la programmazione invernale.

L’ipotesi di perdere il titolo di nazionale ha creato forti reazioni in Toscana. Intanto, con largo anticipo, è stata presentata la programmazione invernale.

L’ipotesi di perdere il titolo di nazionale ha creato forti reazioni in Toscana. Intanto, con largo anticipo, è stata presentata la programmazione invernale.

PONTEDERAMentre impazza la polemica sul possibile declassamento del Teatro della Toscana che perderebbe il titolo di nazionale, ieri mattina oltre 300 persone hanno partecipato a Firenze alla presentazione delle nuove stagioni dei tre teatri: Pergola, Rifredi e Teatro Era. Una risposta di piazza per un attacco considerato politico. "Si denota un’idea proprietaria della cultura da parte del governo – ha commentato Bernardo Marasco segretario Cgil Firenze – In tutto questo, i lavoratori rischiano di essere vittime di questa forzatura strumentale. Esprimiamo piena solidarietà a Stefano Massini e chiediamo che non si dia seguito ai propositi di declassamento".

Con un cambio netto di rotta rispetto al passato, quando il teatro Era rimaneva la cenerentola con programmazioni tardive rispetto ai palcoscenici fiorentini, quest’anno in un unico momento sono state presentate tutte e tre le stagioni. Ad aprire il sipario sarà il Riccardo III di Antonio Latella il 25 ottobre. A fine novembre la scena pontederese sarà per Donald di e con Stefano Massini, direttore artistico del teatro della Toscana, nei panni del presidente degli Stati Uniti. Una stagione teatrale in cui il palco dell’Era ritrova la sua anima e la sua vocazione per la sperimentazione e la ricerca. A gennaio 2026 per esempio è atteso lo spettacolo Il mostro di Belinda di Chiara Guidi, cofondatrice della storica compagnia Socìetas. Le battaglie della società civile irrompono sulla scena con Armando Punzo in Fame, Luca Marianelli che dà corpo alle Cosmicomiche di Italo Calvino ed Elio Germano e Teho Teardo in La guerra com’è tratto dal libro di Gino Strada e ancora Emma Dante, il ricordo di Gaber di Neri Marcorè e la Trilogia dei poveri cristi di Ascanio Celestini. Nel frattempo che le sale riaprano, la scena sarà ancora occupata dalla politica. "La Fondazione è come la Corazzata Potëmkin – dichiara il consigliere di FdI Diego Petrucci –. Intrisa di ideologia, è un circolo ristretto che si rivolge a pochi e fa venir meno il principio del pluralismo culturale. Se la Fondazione ha avuto un basso punteggio, sarebbe il caso che la sinistra (compreso Franconi che ne è vicepresidente) faccia un’autocritica. I sindaci anziché frignare chiedano i bilanci a coloro che hanno nominato negli anni e spieghino ai cittadini toscani dove sono finiti i milioni spesi". Interviene anche il governatore Eugenio Giani: "Non possiamo accettare che un’istituzione così importante venga così demonizzata. Riteniamo fondamentale dissipare ogni dubbio circa l’impostazione ideologica che sembra emergere".