CARLO BARONI
Cronaca

La crisi della Pegaso Spa, famiglie nel dramma. “Lasciati senza un euro”

La rabbia dei dipendenti della conceria che ha chiesto la liquidazione giudiziale. “Siamo 43 famiglie precipitate nel dramma”. La presa di posizione di Nardini

La crisi ha colpito duramente la Pegaso Spa di Ponte a Cappiano: 43 posti di lavoro a rischio (foto d’archivio)

La crisi ha colpito duramente la Pegaso Spa di Ponte a Cappiano: 43 posti di lavoro a rischio (foto d’archivio)

Santa Croce sull’Arno (Pisa), 17 agosto 2025 – “E’ il 16 di agosto e non abbiamo ricevuto un euro dopo aver lavorato: non è giusto che oggi ci si trovi a dover fare i conti anche per prendere in caffè o per mettere benzina”. E’ lo sfogo amaro di Giuseppa Marcadini, uno dei 43 lavoratori della Pegaso Spa di Ponte a Cappiano, conceria del distretto di Santa Croce che alla vigilia delle ferie ha formalizzato la richiesta di liquidazione giudiziale. Alla Pegaso lavorano persone di Santa Croce, Fucecchio, Castelfranco, Santa Maria a Monte e Montecatini.

“Siamo disperati – aggiunge Marcadini -. Perché hanno agito così? Abbiamo scoperto tutto quando non sono arrivati gli stipendi in banca e abbiamo avvertito i sindacati. Qui ci sono famiglie che devono mantenere figli, che hanno il mutuo o l’affitto da pagare”.

“E’ chiaro che non avremo un soldo per agosto – prosegue la lavoratrice – Ma rischiamo di non vedere nulla neanche a settembre. Se fosse così sarebbe un dramma. Abbiamo saputo che fra lunedì e martedì dovrebbe esserci una prima riunione delle istituzioni con la Regione ed i sindacati. Speriamo”.

Il futuro della Pegaso? Intanto una figura - nominata dal tribunale – che in tutto e per tutto dovrà gestire il futuro della conceria, per la quale – secondo il sindacato – potrebbe anche esserci una continuità, “ma non è affatto scontato, dipenderà dai numeri del portafoglio ordini”. Il ritorno in fabbrica il primo settembre rischia di essere un miraggio. La richiesta della Filctem Cgil di convocare un tavolo di crisi, è stata infatti immediatamente accolta dall’assessora regionale al lavoro Alessandra Nardini. “Siamo di fronte ad una situazione che ovviamente ci preoccupa, per lavoratrici e lavoratori, per le loro famiglie e per il territorio – ha detto Nardini –. Purtroppo questa non è la prima azienda del settore moda che versa in grande difficoltà. È da oltre un anno che chiediamo al governo di collaborare mettendo in campo strumenti adeguati alla grave crisi che il settore sta attraversando. In questo caso, ad aggravare il quadro c’è anche lo scarso rispetto dimostrato dall’azienda verso le organizzazioni sindacali, che non sono state avvisate di questo scenario di difficoltà, bensì sono stati gli operai stessi a rivolgersi loro”.