FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Bmb, famiglie nel dramma. Niente stipendi da marzo. E intanto la ditta è fallita

L’azienda pellettiera di via di Porto che occupava 150 lavoratori ha chiuso. Il curatore sta portando avanti la gestione per completare gli ordini. Poi stop.

Un gruppo di lavoratori della Bmb davanti alla sede di via di Porto

Un gruppo di lavoratori della Bmb davanti alla sede di via di Porto

"Da marzo scorso siamo senza stipendio, lasciati soli dai sindacati e dall’azienda". Ieri mattina i lavoratori della Bmb, azienda pellettiera che ha chiuso i battenti per fallimento appunto mesi addietro e che ora è gestita da una curatela fallimentare. Alcuni dipendenti si sono ritrovati ieri mattina davanti ai cancelli della ditta, che si trova in via di Porto, per protestare contro l’assurda situazione nella quale si trovano. L’azienda, che fino al fallimento occupava circa 150 lavoratori, adesso è in mano al curatore fallimentare. "Adesso – raccontano – i dipendenti rimasti sono una sessantina. Di questi una parte sono ancora al lavoro per completare gli ordini arrivati prima della decisione di portare i libri in tribunale. Un’altra parte ha ritrovato una occupazione, poi ci siamo noi, fuori da marzo. Le difficoltà c’erano già da tempo, tanto che a tutti noi era stato applicato il contratto di solidarietà. Ma con il fallimento, l’azienda non aveva più la liquidità per anticipare questi fondi. E siamo rimasti tagliati fuori". In questa situazione, col mutuo da pagare le famiglie da mantenere, le difficoltà legate a delle procedure che, dopo tanti mesi senza reddito sembrano sempre più incomprensibili.

"Non abbiamo ricevuto grandi attenzioni o rassicurazioni – raccontano ancora i lavoratori – dai nostri rappresentanti sindacali. Per questo abbiamo deciso di ritrovarci davanti all’azienda, per manifestare tutta la nostra preoccupazione". "Una vertenza sulla quale ci sono diversi lati ancora oscuri e da capire – ha detto Massimo Bollini (Filctem Cgil) – come sindacato stiamo lavorando per far sbloccare la questione, legata esattamente alla procedura fallimentare dell’azienda, alla quale si sono aggiunti diversi inconvenienti non dipendenti dalla volontà sindacale. Venerdì è previsto un tavolo di crisi in Regione, dove torneremo a chiedere con forza che si sblocchi la questione del reddito. Contestualmente è già stato fissato anche un presidio davanti al palazzo della Regione da parte dei lavoratori".

L’azienda, produceva accessori di pelle in conto terzi; i lavoratori vogliono vederci chiaro, soprattutto sperare di poter contare sugli ammortizzatori sociali e avere quello che gli spetta, in attesa di trovare una nuova occupazione. Non sarà facile vista la crisi che sta prendendo di mira il comparto della pelletteria.

Stretta in una crisi della quale non si vede la fine, pressata anche dall’incubo dazi americani che incideranno sicuramente sull’export, la filiera della moda è ormai sotto assedio. A pagare il conto più salato sono i lavoratori e le piccole imprese artigiane. Per queste ultime, non si contano ormai le chiusure, mentre per i lavoratori si susseguono i tavoli di crisi in regione ed è sempre più difficile trovare una nuova occupazione sempre nel settore. Da tempo si cercano nuove vie per innovare processi produttivi e ripartire, ma al momento non si vede ancora la luce in fondo al tunnel.

Fabrizio Morviducci