
Da sinistra Emiliano Fossi, Simone Bezzini e Jacopo Melio. Il Pd compone il puzzle delle candidature, collegio per collegio
Firenze, 6 settembre 2025 - «Tanto decide tutto Fossi», borbottano qua e là le federazioni territoriali Pd. Ma mica tutte hanno tenuto conto dei desiderata del loro segretario regionale nel formulare le proposte di candidature. Come dall’evitare di inserire nella rosa gli assessori uscenti con due mandati sul curriculum. Di nuovo, «tanto è Emiliano che decide anche le deroghe». Epperò, la prima notizia: la direzione regionale verità è fissata per domani, lunedì 8 settembre. Poi, quattro giorni in apnea, pancia a terra su adempimenti, scartoffie e casellari giudiziari dei prescelti per arrivare all’ultimo gong per la presentazione delle liste, venerdì 12, coi compiti fatti a casa.
Ieri sera doppia direzione a Firenze, cittadina prima e metropolitana poi. La linea? «Ripartire dagli uscenti». Con un bell’asterisco nascosto rivolto al Pd Toscana: aprire una riflessione sull’utilizzo del listino bloccato, mai opzionato sin qui. Il beneficiario sarebbe Iacopo Melio, consigliere schleiniano al primo mandato, «simbolo» della sinistra dei diritti civili, detentore di 18mila preferenze nel 2020.
Operazione «digeribile» bisbigliano i riformisti, convinti che sia la via a senso unico per aprire praterie ai due nardelliani doc, Giachi e Vannucci, in un collegio più ristretto per i dem per effetto del campo largo a tutti i costi.
Nessuna promozione per Luca Milani, lo schleiniano resterà capogruppo dei dem in Palazzo Vecchio. «Consegniamo al Pd regionale una rosa di nomi che tiene conto della storia e del percorso fatto, aprendola anche ad esperienze civiche per renderla il più completa e competitiva possibile», commentano il segretario del Pd Firenze Andrea Ceccarelli e quella metropolitana Monica Marini.
«Ci apprestiamo ad affrontare le elezioni regionali in modo nuovo - aggiungono -. È stato fatto dal Partito democratico un importante lavoro che ha portato alla nascita di una coalizione larga e ampia, permettendo così al centrosinistra di essere davvero competitivo, creando un nuovo quadro politico che permette di superare le frammentazioni e di creare le condizioni per governare e amministrare insieme. Negli ultimi cinque anni la Regione Toscana, anche grazie allo stimolo avuto dal partito, ha avuto una marcia in più e ha lanciato segnali politici importanti, portando la nostra regione ad essere leader in alcune battaglie su temi fondamentali non solo per la Toscana ma per l’Italia intera, temi nazionali dove il governo di destra risulta latitante.

Segnali politici importanti in un lavoro sinergico tra partito, gruppo consiliare e regione. Le direzioni del Pd Firenze e del Pd Metropolitano sono state la sintesi del percorso fatto con i rappresentanti territoriali e dei circoli del Partito democratico: un percorso di confronto e ascolto con segretari circolo sui temi programmatici - dal lavoro al turismo, dalla sanità ai trasporti alla necessità di intervenire con innovazione sulle infrastrutture -, dando così il nostro contributo alla scrittura del programma.
Ed è dalle direzioni locali che arriva al Pd regionale una rosa di nomi che tiene conto della storia e del percorso fatto, aprendola anche ad esperienze civiche per renderla il più completa e competitiva possibile».
Quanto ai candidati proposti dopo le consultazioni interne delle direzioni cittadine e metropolitane di Firenze alle prossime elezioni regionali del 12 e 13 ottobre: Collegio di Firenze 1 Andrea Vannucci (consigliere regionale uscente) Iacopo Melio (consigliere regionale uscente) Matteo Lucherini Bargellini Mattia Poggi Cristina Giachi (consigliere regionale uscente) Veronica Colzi Maria Antonia Rosaria Pata Angela Scaglione; Collegio di Firenze 2 (comprende i Comuni di Bagno a Ripoli, Barberino di Mugello, Barberino Val d’Elsa, Borgo San Lorenzo, Dicomano, Fiesole, Figline e Incisa Valdarno, Firenzuola, Greve in Chianti, Impruneta, Londa, Marradi, Palazzuolo sul Senio, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull’Arno, Rufina, San Casciano in Val di Pesa, San Godenzo, Scarperia e San Piero, Tavarnelle Val di Pesa, Vaglia, Vicchio): Serena Spinelli (assessora regionale uscente) Cristiano Benucci (consigliere regionale uscente) Fiammetta Capirossi (consigliera regionale uscente) Alessio Meloni (Consiglere comunale Palazzuolo Sul Senio e Capogruppo in Unione Comuni Mugello) Niccolò Palanti (capogruppo del Pd in consiglio comunale a Londa) Collegio di Firenze 4 (comprende i Comuni di Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa): Monia Monni (assessora regionale uscente) Fausto Merlotti (consigliere regionale uscente) Vanina Venturini (giovane consigliera comunale del comune di Signa) Andrea Anichini (capogruppo in consiglio comunale a Scandicci e coordinatore segreteria Metro) Giorgia Salvatori (ex assessora del comune di Campi Bisenzio) Lorenzo Zambini (segretario del Pd comunale di Sesto fiorentino) «Per quanto riguarda i collegi di Firenze 2 e Firenze 4, è emersa una valutazione ottima e unanime nei confronti delle due assessore uscenti, Serena Spinelli e Monia Monni. Da parte di tutti è stato espresso l’auspicio di una loro conferma nella futura composizione della giunta regionale, insieme all’indicazione che siano presenti nelle liste dei rispettivi collegi - aggiunge Marini -. Alla luce di questa unanimità, ritengo di proporle come capolista nei loro collegi di appartenenza».
C’è di più, la segreteria metropolitana si fa portavoce di un auspicio in vista della direzione regionale fissata per lunedì 8 settembre: «Qualora, nell’ambito delle deroghe, non fosse possibile garantire entrambe le candidature, si chiede comunque che venga riconosciuto l’ottimo lavoro svolto, assicurando un elemento di continuità nella futura giunta regionale».
E fuori dalle mura del capoluogo di Regione? Un gran bel risiko. Nel marasma politico-giudiziario, a Prato si punta sull’ex sindaco Biffoni. L’Empolese Valdelsa (Firenze 3) fa altrettanto con la coppia riformista Barnini e Cucini, ex primi cittadini di Empoli e Certaldo. Siena rema controcorrente e tiene il punto inserendo nella rosa dei sei nomi Simone Bezzini, bisognoso di deroga dopo una legislatura da consigliere e una da assessore alla Sanità.
Scorrendo le proposte, compaiono i due uscenti Anna Paris e Elena Rosignoli, Gabriele Berna (sindaco di Monteroni d’Arbia), Marcello Bonechi (ex sindaco di Castellina in Chianti) e Tiziana Fregoli (ex assessore a Castelnuovo Berardenga).
A Pistoia il capolista sarà Bernard Dika, pronto al grande salto dopo 5 anni a fianco del governatore Giani. Nomina che si porta dietro gli strascichi di una guerriglia correntizia orchestrata dai ‘giacomelliani’, pronti a scommettere su un cavallo differente: Riccardo Trallori. Arezzo ragiona per vallate. La Valtiberina appoggia la segretaria provinciale Barbara Croci, capolista ad Arezzo solo se Fossi pensiona un peso massimo come Vincenzo Ceccarelli, spinto però da tutto il Casentino.
Senza il suo “lodo” aggira mandati, la direzione provinciale avrebbe chiesto per lui un assessorato esterno, senza chiudere le porte a un Comune alla ricerca di un candidato sindaco nel ‘26. Il Valdarno è conteso tra il vice sindaco di Cavriglia Filippo Boni, laico rispetto al bonacciniano rivale di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni. La Valdichiana non ha dubbi: all-in su Roberta Casini, sindaca di Lucignano, riformista e gianiana d’annata. Altro guazzabuglio è Lucca: a Fossi arriveranno 9 nomi per 8 posti, frutto di una spaccatura tra la Lucchesia e la Versilia sul delegato in Europa per il Comitato delle Regioni Luca Menesini (ex sindaco di Capannori ed ex presidente della Provincia). I quattro nomi per la Lucchesia: il consigliere uscente rappresentativo della Garfagnana Mario Puppa, la consigliera uscente per Lucca città, bonacciniana ed ex sfidante di Emiliano Fossi all’ultimo congresso regionale, Valentina Mercanti. Ai due si aggiungono l’ex sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e quella di Villa Basilica Camilla Corti. Per la Versilia, in pista Riccardo Brocchini, l’ex sindaco di Camaiore Alessandro Del Dotto, Anna Graziani e Patrizia Vagli.
Con Avs in coalizione, lo spauracchio è passare da due a un solo eletto. Il collegio non è affollato, di più. Rischiano grosso Mercanti e Puppa. Insidiati non tanto dal ritorno in campo di Tambellini, quanto dalla corsa di Del Dotto, giovane d’esperienza, appuntato nel ‘22 da Giani consigliere speciale per la Costa.
A proposito della Costa, Livorno reclama a questo giro un assessore, senza dimenticare la «valorizzazione» di Francesco Gazzetti dopo 10 anni in Consiglio. Difficilissima la concessione della deroga per l’esponente labronico d’area Schlein, così come per il collega piombinese Anselmi. Perciò, premessa da parte della federazione territoriale di Livorno la «necessaria valorizzazione» dell’operato di Gazzetti, il rinnovamento (imposto) in lista passa da un accordo quadro tra Livorno e Piombino: 5 nomi espressi dal capoluogo di provincia e i 3 restanti in quota Val di Cornia. Livorno esprime come proposta il segretario provinciale Alessandro Franchi come capolista, il ritorno dell’ex assessore regionale all’istruzione Cristina Grieco nel Rossi II, a quella comunale al Porto Barbara Bonciani nella giunta Salvetti I. Alla Val di Cornia il compito di individuare un uomo e due donne. Lo slot al maschile è però conteso da Luciano Guerrieri, ex presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale e dal segretario provinciale Simone De Rosas.