
Una coppia si è presa cura di lui mentre quasi tutta la famiglia trovava la morte in campi di sterminio. Collocate 11 pietre d’inciampo con i nomi e le date di persone uccise dalla barbarie nazifascista.
"Mi chiamo Massimiliano Fiser e sono nato il 6 settembre 1943. Avevo solo tre mesi quando, per un caso o meglio un miracolo, fui risparmiato da morte certa. Una parte della mia storia è la storia comune ad altri sei milioni di ebrei nel mondo. Di quelle in cui la morte non era che il male minore: peggio c’era l’avvilimento totale della dignità umana".
È tornato a Prunetta Massimiliano, oggi che ha appena compiuto 82 anni. Oggi che nel giardino dell’ex cimitero trovano spazio undici blocchi di pietra e ottone. Si chiamano "pietre d’inciampo", ognuna impresso un nome e una storia sommaria dove peró si legge tutto: nascita, arresto, deportazione, infine assassinio. Nel mezzo un nome che da solo evoca l’orrore e spalanca l’immaginario sulla barbarie, Auschwitz. Prunetta, con la macchina della memoria messa in moto dalla pro loco e alimentata dal supporto del Comune di San Marcello Piteglio, Provincia di Pistoia e Regione Toscana con l’Anpi Montagna Pistoiese e le Comunità Ebraiche di Firenze e Pisa, si è riempita ieri in un pomeriggio di raccoglimento totale ad ospitare il taglio del nastro ma anche quel compaesano acquisito, Massimiliano, la cui salvezza in tempo di deportazioni arrivó proprio per mano della gente del paese, in particolare Ernesto e Rita Bragagnolo, marito e moglie. Riportata alla luce già da tempo da Andrea Lottini e Camilla Reggiannini, la storia dei Fiser assomiglia a quella di un’altra famiglia, i De Cori, che cercó riparo sulle nostre montagne pensando qui d’essere al sicuro.
"Il nostro territorio - ha detto il sindaco di San Marcello Piteglio Luca Marmo – è costellato di storie simili. Persone che credevano d’aver trovato riparo, ma che invece pagarono con la vita. Non vorremmo che questa fosse intesa come una passeggiata tra quattro sassi: vorremmo davvero essere capaci di stimolare la coscienza di chi si troverà a passare di qui. Perché anche oggi più che mai, in tempi di pericolose derive, abbiamo il dovere di testimoniare".
A raccontare la genesi di questo percorso il direttore di Storia e Città Andrea Ottanelli, che sulla rivista Storia Locale ha accolto le prime ricerche di Lottini, divenute poi libro ("Vite sospese. Memorie e storie della Shoah nel pistoiese"), infine pietre d’inciampo. Non senza l’emozione che un momento simile può suscitare. "Oggi nel mondo infiammano più di cinquanta conflitti - ha detto Lottini -. Che queste pietre siano pungolo, pulce nell’orecchio in ciascuno di noi affinché si possa essere presenti davvero di fronte agli orrori che accadono". Alla cerimonia era presente anche l’assessore del Comune di Santa Maria a Monte Elena Trovatelli a ricordare la maestra Gabriella De Cori, la cui storia di sofferenze è divisa tra Prunetta e la località del pisano.