
Un tecnico di Arpat durante un sopralluogo (foto d’archivio)
PISTOIA
A Pistoia la qualità dell’aria e delle acque mostra segnali contrastanti: se da un lato i dati raccolti da Arpat nel 2023 e 2024 indicano il rispetto dei limiti normativi, dall’altro emergono alcune criticità, soprattutto in relazione agli standard più rigorosi raccomandati dall’Oms e ai problemi legati all’uso intensivo di fitofarmaci nel vivaismo. Lo specifica la relazione annuale dell’Asl Toscana centro.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria le centraline attive nella provincia di Pistoia si trovano a Montale (PT-Montale) e Pistoia città (PT-Signorelli). Nel 2024, per il Pm10, pur rispettando i limiti annuali previsti (40 µg/m³) e il numero massimo di superamenti giornalieri (35), si registra un lieve aumento del numero di superamenti della soglia giornaliera nelle stazioni di Pt-Montale e Po-Roma, in linea con il trend dell’area Prato-Pistoia e dell’agglomerato fiorentino. Per quanto riguarda il particolato fine (Pm2.5), anche se i valori medi (13 µg/m³ su scala regionale) restano entro il limite di legge (25 µg/m³), superano abbondantemente la soglia Oms di 5 µg/m³. Le stazioni pistoiesi si inseriscono in questo quadro di discrepanza tra rispetto delle normative nazionali e una più cauta tutela suggerita a livello internazionale. Infine, l’ozono (O3) continua a rappresentare una criticità: la stazione PT-Montale ha superato il limite di 25 superamenti della soglia giornaliera su base triennale, indicando una persistenza del problema, soprattutto durante i mesi estivi. Acque superficiali con fitofarmaci oltre soglia nella piana vivaistica.
Il territorio pistoiese è particolarmente colpito dalla contaminazione da fitofarmaci. Nel 2023, Arpat ha monitorato 16 stazioni d’acqua superficiale in Toscana, riscontrando superamenti degli standard ambientali in 10 di queste, con picchi proprio nella piana di Pistoia, nella Valdinievole e nell’area del Padule di Fucecchio. Il glifosato e il suo metabolita Ampa sono tra le sostanze più diffuse: rispettivamente nel 75% e nel 95% dei campioni. Il picco massimo regionale è stato rilevato nel Fosso Dogaia Quadrelli, con 92 µg/L di glifosato. Inoltre, tracce significative di questi composti sono state rilevate anche in due pozzi sotterranei, uno a Pistoia e uno a Ponte Buggianese, indicando una penetrazione negli strati profondi del suolo.
Nel 2022, lo stato chimico delle acque sotterranee in provincia di Pistoia è risultato generalmente buono, ma con alcune aree problematiche, come la piana vivaistica, dove si registra la presenza di metalli, solventi organici e composti clorurati. Per quanto riguarda i laghi e gli invasi, nel territorio pistoiese sono stati monitorati tre corpi idrici: Giudea, Due Forre e Falchereto.
Tutti hanno ottenuto una classificazione ecologica "sufficiente" e chimica "buona", sebbene con limitazioni dovute alla mancanza di alcuni bioindicatori nel ciclo triennale di monitoraggio. Nel 2022, i fiumi Nievole Monte, Nievole Valle e Sestaione hanno mostrato uno stato ecologico e chimico buono. Tuttavia, Brana, Ombrone Pistoiese Medio e Pescia di Collodi sono risultati con stato chimico "non buono". Questi dati evidenziano una condizione eterogenea che richiede attenzione continua e interventi mirati. In sostanza a Pistoia, la qualità ambientale mostra segnali di attenzione, soprattutto nelle aree urbane e in quelle ad alta intensità agricola. Nonostante il rispetto dei limiti normativi, la distanza dagli standard Oms e le criticità legate ai fitofarmaci e all’ozono confermano la necessità di politiche più incisive per la tutela della salute e dell’ambiente.
Michela Monti