REDAZIONE PISTOIA

Legambiente all’attacco. I cantieri nel mirino: "Isola di calore in centro. Aumentare il verde"

Il presidente Sessa: "Le città che hanno investito nella forestazione urbana hanno registrato cali fino a 4 gradi nelle temperature percepite nei quartieri critici".

Il presidente Sessa: "Le città che hanno investito nella forestazione urbana hanno registrato cali fino a 4 gradi nelle temperature percepite nei quartieri critici".

Il presidente Sessa: "Le città che hanno investito nella forestazione urbana hanno registrato cali fino a 4 gradi nelle temperature percepite nei quartieri critici".

PISTOIAL’avanzamento del cantiere per il restyling, grazie ai fondi del Pnrr, di piazza San Lorenzo e la posa di gran parte delle lastre di cemento, come da progetto, ha riacceso nuovamente il dibattito su come verrà rigenerato questo spazio del centro cittadino e, soprattutto, la sua fruibilità quando i lavori saranno conclusi. Ecco perché, di fronte alla situazione attuale, Legambiente è tornata a battere il chiodo dell’isola di calore costruita a ridosso del centro e le criticità su quanto è stato approntato dall’amministrazione comunale."Dal 1995 a oggi, Pistoia si è progressivamente trasformata in una fornace urbana – spiega il presidente di Legambiente Pistoia, Antonio Sessa – passando da temperatura media a giugno di 18,3 gradi a 26. E ciò che allarma di più in sé ma la non reazione di chi amministra. Qui non si è mai aperto un vero piano per la forestazione urbana, non esiste una mappatura aggiornata delle isole di calore. Nel 2023 il nostro report ’Pistoia, la città che brucia’ mostrava con chiarezza la concentrazione di calore in alcune aree della città: centro storico, San Lorenzo, viale Adua, Fornaci, viale Matteotti e molte altre. Nonostante noi siamo in prima linea per scongiurare questo scenario tutto è rimasto ai margini. E la riqualificazione di San Lorenzo, contro la quale Legambiente il 24 febbraio dello scorso anno ha portato in piazza oltre 400 persone, conferma il paradosso: distesa di cemento, che ha sollevato le proteste dei residenti per un progetto che offre più riverbero che refrigerio". Manca ancora del tempo prima di arrivare alla versione finale, dove comunque diverse decine di piante saranno inserite in questo contesto e quindi il confronto andrà fatto solo al termine del restyling ma la stessa associazione ambientalista non crede che si andrà verso un risultato migliorativo."Non è una questione estetica ma sanitaria, sociale e politica – aggiunge Sessa - le città che hanno investito seriamente nella forestazione urbana, non in giardinetti decorativi, hanno registrato cali fino a 4 °C nelle temperature percepite nei quartieri critici. Qui, chi amministra continua a progettare senza visione, senza metriche ambientali, senza piani climatici veri. Fino a quando potremo permetterci di ignorare tutto questo? Serve un cambio di paradigma, forestazione urbana, tetti verdi e progetti che partano dalla salute delle persone e non dai rendering. Continuare a ignorare il caldo significa una cosa sola: scegliere consapevolmente di lasciare bruciare la città".E in questi giorni ci sono anche altre prese di posizione sul tema, come quella dell’esponente Pd Riccardo Trallori. "Doveva essere l’occasione di portare un po’ di verde in città e invece ci risvegliamo con un enorme colata di cemento – ammette – progetti alla rinfusa per raccogliere risorse con la qualità di quel che ci vogliamo fare che passa in secondo piano per questa amministrazione che vorrebbe esportare anche in Regione".