Pisa, 6 maggio 2025 – Occhi gonfi, gola che fa un po’ le bizze, un mal di testa sottile ma costante che si insinua in tutte le incombenze svolte fin dalla prima mattina. Eppure il sorriso proprio non accenna ad abbandonare il volto di tutti i pisani. Il Pisa, dopo un esilio durato 34 anni, è di nuovo in Serie A: il 4 maggio 2025 diventa, dopo il 17 giugno, la seconda data festiva per tutto il territorio comunale. A ruota di San Ranieri c’è San Filippo Inzaghi. I festeggiamenti andranno avanti per un’altra settimana, perché tra venerdì 9 e martedì 13 maggio il Pisa disputerà le ultime due partite nel campionato cadetto dentro al proprio stadio. L’Arena Garibaldi quindi si prepara ad accogliere ancora migliaia e migliaia di cuori esultanti per le sfide contro SudTirol e Cremonese. Per la prima (inizio alle 20.30) i tagliandi sono in vendita dal pomeriggio di ieri: il consiglio è di sbrigarsi, il grosso è già andato a ruba. Poi l’appuntamento conclusivo di martedì 13 contro la Cremonese: al fischio finale capitan Caracciolo solleverà al cielo la coppa della promozione in A. Se per i lombardi la gara non avesse alcuna importanza ai fini della classifica, la Lega potrebbe pensare ad un anticipo del fischio d’inizio alle 18.30 o alle 19. Così da poter dedicare la parte conclusiva della serata alla parata trionfale in centro.

“Il risultato sportivo non è mai stato un’ossessione, ma la conseguenza del lavoro svolto”. All’indomani della promozione, il presidente del Pisa Giuseppe Corrado ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport, trasmissione di Rai Radio 1, ha tenuto a ribadire i concetti espressi a 50Canale nella pancia del San Nicola nel pieno della festa. Vietato pensare che la promozione dei nerazzurri sia frutto di un’estemporanea grandissima stagione. Dietro c’è molto di più, c’è un progetto lungo, che adesso ha mostrato i suoi risultati da un punto di vista sportivo: “Abbiamo costruito questa promozione attraverso i giovani scovati dai nostri ottanta addetti allo scouting in giro per il mondo”. Un lavoro, come esaltato più volte, virtuoso sul mercato: “Abbiamo fatto investimenti mirati, a differenza di altre squadre, anche di Serie B, che hanno speso tanto. Siamo la seconda squadra del campionato per numero di giocatori prestati alle Nazionali”.
Sono ormai almeno tre le stagioni che la società a ogni sosta vede partire molti calciatori, convocati dalle rispettive selezioni. Il futuro, adesso, è la massima serie: “Sappiamo che la Serie A ha dei valori diversi, ma ci arriviamo con una squadra giovane, non con una squadra matura”. Sono pochi i calciatori nerazzurri ad aver già calcato i campi in cui giocheranno da agosto. La domanda principale, però, riguarda l’allenatore. Inzaghi resterà alla guida del Pisa? Il presidente ha provato a dare una prima risposta, senza però sbilanciarsi: “Questo lo sa solo Dio. Spero che Pippo per un po’ rimanga qui. Poi, se ci saranno offerte più importanti, vedremo”. Il contratto dell’allenatore scadrà il 30 giugno del 2026. Quando arrivò, l’annuncio fu quello di un progetto pluriennale, al termine di un lungo corteggiamento: “Sono diversi anni che ci approcciavamo per lavorare insieme, ma forse prima le condizioni non erano mature”. Inzaghi, in fase di presentazione, disse che erano almeno tre anni che aspettava la chiamata del Pisa. Le parti hanno atteso ma si sono trovate, e come. Corrado, quindi, ha concluso ribadendo le scelte fruttuose su allenatori e dirigenti del passato, come già fatto a Bari, dando credito al figlio Giovanni, direttore generale, definito artefice dei risultati: “Se siamo diventati una palestra per giocatori, allenatori e direttori sportivi rispetto a squadre più blasonate, vuol dire che stiamo lavorando bene”.