Pisa, 5 maggio 2025 – La terra tremava mentre l’Arno rimaneva immobile, il cielo era colorato di rosso, nero e azzurro, alzando gli occhi non si vedevano nuvole ma bandiere e le auto si muovevano più lentamente dei pedoni. Tutto è stato possibile nella marea umana che ha invaso i lungarni e il centro storico stappando finalmente la festa attesa, per molti, da una vita. E se si guardava dall’alto quel fiume nerazzurro di bandiere, sciarpe, magliette, amore che andava da lungarno Pacinotti al Mediceo e da piazza XX Settembre e Garibaldi, altro non era che la nostra croce. Il simbolo della città di Pisa.

Una croce nerazzurra che aveva un solo pensiero nella testa e un battito nel cuore: il Pisa è in Serie A. Tra inni, cori, bandiere, fumogeni, spruzzi di champagne, bengala, strombazzate e clacson, sfottò ai compaesani viola e amaranto e schiaffi sulle carrozzerie delle auto, quella che si è consumata ieri in centro storico è stata davvero la festa di tutta quanta la città. Dai bambini piccoli portati in spalle dai nonni, ai giovanissimi che aspettavano da una vita questo momento e adulti che, coi primi capelli bianchi, ricordavano con affetto gli ultimi momenti sul prato dei campioni. Per un pomeriggio non c’era differenza tra loro, c’era solo il Pisa che univa tutti sotto un unico colore, anzi due: nero e azzurro.
Un’euforia partita nell’esatto istante in cui quel triplice fischio di Marcenaro ha risuonato a centinaia di chilometri di distanza, a Bari, ma la sua eco ha risalito lo Stivale dando inizio allo spettacolo. Le sedie dei bar di Borgo in un attimo si sono svuotate e una marea umana ha fatto capolino da Ponte di Mezzo. In meno di dieci minuti in tutta la città, più che le campane di Don Bullo che da Barbaricina annunciavano la promozione, risuonavano i clacson di auto e motorini che, bandiera nerazzurra sventolante dal finestrino, giravano tra Mediceo e Pacinotti a ribadire, come se non si sapesse, che era il momento di festeggiare.
E il passaggio dei mezzi era la linea sottile che spezzava i due lati dei festeggiamenti, ricevendo come risposta ‘pattoni’ sulle carrozzerie da parte dei giovanissimi tifosi che, a torso nudo, per la prima volta nella vita esultavano per la vittoria della squadra della città. Momenti che resteranno indelebili nella memoria, perché questa è la storia di Pisa.