REDAZIONE FIRENZE

Maati, l’autista del bus sul quale il ragazzo cercò di rifugiarsi indagato per omissione di soccorso: “Non chiamò il 112”

Il conducente di Autolinee Toscane, fiorentino di 31 anni, si sarebbe accorto attraverso le telecamere dell’autobus della situazione di pericolo ma non avrebbe avvisato le autorità

Il bus numero 30 sul quale stava salendo Maati Moubakir (nel riquadro), il 17enne ucciso nella notte del 29 dicembre 2024 a Campi Bisenzio (foto Germogli)

Il bus numero 30 sul quale stava salendo Maati Moubakir (nel riquadro), il 17enne ucciso nella notte del 29 dicembre 2024 a Campi Bisenzio (foto Germogli)

Firenze, 17 giugno 2025 – È indagato per omissione di soccorso l’autista del bus 30 sul quale stava salendo Maati Moubakir, il 17enne ucciso la notte del 29 dicembre 2024, a Campi Bisenzio. Secondo quanto emerge, il conducente di Autolinee Toscane, fiorentino di 31 anni, pur accorgendosi attraverso le telecamere del bus della situazione di pericolo in cui si trovava il ragazzo non avrebbe chiamato il 112 Nue o avvisato comunque le autorità.

Il pm titolare dell'inchiesta, Antonio Natale, ha chiesto al gip di emettere un decreto penale, che consente di ottenere una condanna pecuniaria dell'indagato - difeso dall'avvocato Ivan Zanettini -, che a sua volta potrà però presentare opposizione e arrivare a un patteggiamento o al processo con rito abbreviato o ordinario.

L’inchiesta sulla morte di Maati è stata da poco chiusa. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato inseguito dal branco e ferito a morte per un errore di persona. La Procura fiorentina ha chiesto il giudizio immediato per cinque dei sei indagati: Diego Voza, 18 anni, il fiorentino Denis Alexander Effa Ekani, 22 anni, Denis Mehmeti, 20 anni, il pratese Ismail Arouii, 20, Francesco Pratesi, 18 anni, anche lui fiorentino.

Per i cinque indagati, sottoposti a misura cautelare dal gennaio scorso, l'accusa è di concorso in omicidio volontario aggravato dall'aver agito per futili motivi e con crudeltà, per la particolare efferatezza dell'azione criminosa. Per un sesto ragazzo, assistito dall'avvocato Vittorio Sgromo, il pm Antonio Natale ha chiesto l'archiviazione.

Tutto accadde dopo una serata in discoteca. Un alterco avvenuto proprio all’interno del locale avrebbe scatenato la violenza. Il litigio tra una ragazza e un giovane. Quest’ultimo viene “accusato” dalla stessa ragazza di essere l’autore del furto della sua sigaretta elettronica. Furto che sarebbe avvenuto l’estate precedente. Questo ragazzo avrebbe poi sputato in faccia alla giovane per poi dileguarsi. Tra gli amici della ragazza sarebbe partito un flusso di ricerche e telefonate per individuare il responsabile. Alla fine è stato individuato Maati, che però non c’entrava nulla. Ma la violenza nei suoi confronti era già partita. Prima ai portici vicino alla discoteca, dove è avvenuta la prima fase della cruenta aggressione con i coltelli. Poi quella sul bus, dove Maati, già gravemente ferito, è riuscito a salire ma poi avrebbe ricevuto il fendente al cuore.