GIOVANNI FIORENTINO
Cronaca

Già sei mesi senza Maati. Dal memorial alla panchina: "Uniti per avere giustizia"

Il comitato dedicato al 17enne ucciso per strada lancia una serie di iniziative. La mamma: "Mi manca sempre di più. Dobbiamo abbattere l’omertà...". .

"Ogni giorno che passa, Maati manca sempre più. Penso a lui ogni giorno. Cosa resta dopo sei mesi? La voglia di rendere giustizia a un ragazzo che aveva tanti amici, e che è stato brutalmente assassinato dopo essersi trovato da solo con cinque o sei persone che lo inseguivano". A quasi un semestre dall’omicidio di Maati Moubakir, la madre Silvia Baragatti continua a tenere vivo il ricordo del giovane di Certaldo ucciso a Campi Bisenzio lo scorso 29 dicembre organizzando tramite il comitato “A-Maati - Maati vive“ molteplici iniziative. L’ultima, in ordine cronologico, inizierà il prossimo 23 giugno: alle 20.30 al campino della Mensa, partirà ufficialmente la prima edizione del “Memorial Muba“, un torneo di calcio dedicato al diciassettenne di Certaldo che amava profondamente il pallone. Un cammino che si concluderà il 15 luglio prossimo, quando sarà premiata la miglior squadra tenendo conto del fair play. C’è poi un’altra iniziativa che ha già ottenuto il via libera della giunta comunale e che si terrà nel parco Libera Tutti: il progetto prevede in primis l’installazione di due panchine blu in ferro da posizionare ai lati del salice piangente che il comitato ha già provveduto a piantumare.

Sarà inoltre installata una targa commemorativa, ricordando Maati e la sua storia. E a completare il tutto, una cassetta per il book-crossing, nella quale gli utenti del parco potranno lasciare dei libri a beneficio di chiunque vorrà leggerli.

"Iniziative con cui vogliamo tenere viva la memoria di Maati – ha aggiunto Baragatti –: era un ragazzo benvoluto da tutti e quel che gli è successo ha segnato anche i suoi amici". Sei sono gli indagati per l’omicidio di Moubakir: hanno tutti tra 18 e 22 anni e sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà per la particolare efferatezza dell’azione criminosa e la giovanissima età degli indagati. Secondo quanto ipotizzato dalla procura, Maati sarebbe stato ammazzato per uno scambio di persona: rincorso, accerchiato e picchiato a morte per il furto di una sigaretta che avrebbe compiuto un altro ragazzo. Nel flash mob dello scorso gennaio dedicato a Maati, Silvia presentò in una piazza Boccaccio stracolma una frase emblematica: "Mio figlio è stato ucciso nell’indifferenza", a far presente come nessuno, stando a quanto ricostruito, fosse intervenuto in suo soccorso in quel frangente. Una ferita nella ferita, ancora aperta.

"Ci penso ancora oggi: io non mi capacito di come nessuno possa aver assistito alla scena. Temo ci sia omertà, anche alla luce di un testimone che avrebbe ricevuto minacce di morte – ha detto la mamma, non nascondendo l’amarezza – posso comprendere, ma sicuramente non condivido: se tutti noi ragionassimo così, girandoci dall’altra parte davanti a episodi del genere e facendo finta di nulla, tanto vale chiuderci in casa. Da quel che so le indagini non si sono ancora concluse, non ho novità in questo senso. Ma so che voglio giustizia. Per Maati".