
C’è grande preoccupazione fra i produttori di vino dell’Empolese Valdelsa e della Toscana tutta dopo che è stato siglato l’accordo fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti che vede i dazi sulle esportazioni. al 15 per cento foto d’archivio
C’è l’accordo sui dazi Usa-Ue, ma si oscilla ancora tra allarme e cautela. L’Unione italiana vini vede il bicchiere decisamente mezzo vuoto. "Il danno che stimiamo per le nostre imprese è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi" dice il presidente Lamberto Frescobaldi in seguito all’intesa tra la Commissione Europea e l’amministrazione Trump. Ricordiamo che Frescobaldi è tra i produttori di vino piùà conosciuti e importanti di Montespertoli. E se la validità dell’accordo raggiunto domenica scorsa in Scozia mette in allarme le piccole e medie imprese dell’Empolese Valdelsa che vedono profilarsi un periodo di grande incertezza e difficoltà nell’export verso gli Usa, i dazi imposti da Trump e ’ingoiati’ dalla Ue non sono la solo fonte di preoccupazione. Non mancano critiche alla politica comunitaria europea, infatti, che ha messo in programma di tagliare i fondi all’agricoltura del 20 per cento nella prossima Pac. Cesare Buonamici, presidente provinciale di Coldiretti, commenta: "Un colpo per tutto il sistema agricolo e agroalimentare probabilmente peggiore del periodo del Covid". I due prodotti più venduti in Usa sono vino e olio e il primo, nel 2024, aveva raggiunto la cifra record di 165 milioni di esportazioni, in crescita (+2,5%), il secondo aveva superato i 100 milioni, con un balzo del 32%. Insieme valgono il 97% di tutti i flussi agroalimentari verso gli Stati Uniti. Le tensioni di questi mesi e il clima di incertezza avevano già mostrato di influenzare le relazioni e gli scambi con quel mercato, portando a un calo delle esportazioni nel primo trimestre 2025 del 2,6%.
A pagare per primo è stato l’olio (-28%) mentre per il vino, complice la corsa alle scorte degli importatori, il primo trimestre si è chiuso positivamente: +21%. Coldiretti tuttavia mette avanti anche il fronte Ue: "Bruxelles annuncia tagli del 20% alle risorse per l’agricoltura tradendo agricoltori e cittadini. Questa non è l’Europa che abbiamo sognato, né che vogliamo, e nei confronti della quale daremo battaglia. Coldiretti è in mobilitazione". Dal territorio, già nelle scorse settimane, Ritano Baragli, presidente della Cantina Sociale Colli Fiorentini di Val Virginio (nonché vicepresidente del Consorzio Chianti), aveva parlato di un grande pericolo a proposito dei dazi, pericolo che ora è realtà. Diverso il parere di Diego Tomasulo (azienda Il Sole di Nebbiano di Montespertoli): "Non vedo un vero pericolo con questi dazi; forse sarò ottimista, ma non creerei allarmismi. Mi spiego meglio: per ’punire’ una nazione si applicano dei dazi per indebolirla, dunque possibile che Trump voglia questo per il suo Paese? Io penso voglia fare solo la voce grossa e far vedere al mondo che può fare il ’mangiafuoco’ della situazione, non credo che sia una questione di lunga durata, poi il tempo non so se mi darà ragione. Nel frattempo quello che possiamo fare è continuare a fare delle produzioni di eccellenza, perché se fino ad oggi una grande fetta della popolazione americana era disposta a pagare 100 per un prodotto italiano di indiscutibile qualità non credo si faccia problemi ad acquistare a 130". Cautela da Riccardo Panconesi,della Tenuta di Moriano: "Il tema dei dazi Usa è serio e va affrontato con lucidità, ma nel comparto vino credo sia sbagliato parlare di una crisi occupazionale diffusa. I vigneti vanno coltivati comunque: potatura, trattamenti, vendemmia... il lavoro nei campi non cambia se si vende di più o di meno. Ridurre le rese per ettaro non è una risposta efficace se non c’è una strategia chiara di marketing e valorizzazione del prodotto. L’esempio del Prosecco è lampante: rese alte, ma comunicazione vincente e un’identità forte, che lo rendono protagonista nel mondo". "Il mio pensiero - prosegue Panconesi - è che il futuro vedrà una crescita nei consumi di bianchi e bollicine, anche in Toscana, ma senza dimenticare che i nostri rossi, soprattutto quelli delle piccole denominazioni, rappresentano ancora l’anima del territorio".
Andrea Ciappi