
A Cascina, il grido per la pace a Gaza e nel mondo intero attraversa generazioni, colorando Corso Giacomo Matteotti di...
A Cascina, il grido per la pace a Gaza e nel mondo intero attraversa generazioni, colorando Corso Giacomo Matteotti di bandiere arcobaleno e vessilli palestinesi. È successo nei giorni scorsi quando l’amministrazione comunale ha invitato la cittadinanza a scendere in strada per partecipare a un sit-in per la pace, parte della campagna "R1pud1a" di Emergency, a cui il Comune ha ufficialmente aderito. Numerosa la presenza istituzionale: accanto al sindaco Michelangelo Betti, c’erano gli assessori, la maggioranza del consiglio comunale, e i primi cittadini di Calci, Massimiliano Ghimenti, e di San Giuliano Terme, Matteo Cecchelli, oltre all’assessore Andrea Marino di Montopoli, all’assessora regionale Alessandra Nardini e alla capogruppo del M5S in Regione, Irene Galletti. "Abbiamo sentito il bisogno di battere un colpo", ha dichiarato il sindaco Michelangelo Betti. "Nel nostro Paese il dibattito sulla guerra appare frammentato, malato, come se la ricerca di una soluzione non fosse più una priorità. Quando si parla di un quadro di morte, c’è chi risponde evocandone un altro. Ma noi vogliamo che dai territori parta una richiesta chiara e trasversale di pace". Sulla stessa linea l’assessora regionale Alessandra Nardini, che ha sottolineato come la Toscana sia una terra che "vuole far sentire la propria voce su questi temi. Il vero pericolo del nostro tempo è l’indifferenza, che rischia di trasformarsi in complicità. Restare in silenzio non è un’opzione".
Tra le note di "Give Peace a Chance", sulla strada compaiono lenzuoli avvolti su se stessi, macchiati di rosso: è il tributo delle "Nonne in lotta" alle vittime innocenti di Gaza, in particolare i bambini. Cartelli al collo, kefiah sulle spalle e tanta determinazione. "Noi Nonne in lotta siamo un gruppo spontaneo, nato da circa due mesi: siamo una trentina di donne over 60 da Pisa, Cascina e Calci", racconta Alessandra Favilli, 71 anni, una delle fondatrici. "Alla nostra età potremmo anche tirare i remi in barca, ma crediamo sia ancora fondamentale lottare affinché i giovani di oggi abbiano un futuro migliore. Ci battiamo per la pace in ogni zona di guerra – e oggi l’emergenza è quella del genocidio a Gaza –, per i diritti umani e civili dove non vengono riconosciuti, per un futuro più sostenibile per l’ambiente. Abbiamo protestato contro il DDL Sicurezza e ci siamo mobilitate per la campagna referendaria dell’8 e 9 giugno". Le Nonne in lotta sognano di creare una rete: "Per ora abbiamo solo una chat WhatsApp, ma ci piacerebbe entrare in contatto con altri gruppi. Un po’ come hanno fatto le Nonne contro la destra in Germania". E mentre le ultime note si perdono nel parlottare della gente, le nonne raccolgono le bandiere e i fagotti da terra. "Sa qual è il nostro motto? Anziane, ma non arrese!".
Giulia De Ieso