
Ubaldo Pantani, attore, imitatore e comico
"C’è grande entusiasmo e un’aria molto frizzante in città, com’è giusto che sia alla vigilia del ritorno in serie A dopo 34 anni. Io purtroppo però ho sbagliato tutto: ho prenotato le vacanze prima della definizione dei calendari e così in una sola settimana mi perdo la prima a Bergamo e la sfida in casa con la Roma". Sceglie l’ironia Ubaldo Pantani, imitatore, comico e attore, pisano di adozione (è nato e cresciuto a Ponteginori) e tifosissimo del Pisa e della Spal.
"Sono le mie due passioni - ricorda - e quando hanno fatto il doppio salto dalla C alla B sono andato in pellegrinaggio sul Monte Serra con entrambe le sciarpe al collo delle mie due squadre del cuore". Quindi a Bergamo non ci sarà. "No la prima settimana di campionato me la ‘godrò’ sul telefonino. Se riesco a convincere la famiglia, andrò a vedermi al ritorno dalle ferie Spal-Fratta Terme, nel campionato di Eccellenza, ma so già che sarò da solo. Sarò invece regolarmente al mio posto all’Arena il 14 settembre per il match contro l’Udinese e sto già pianificando di vedermi la partita insieme ad Alessandro Calori, ex nerazzurro e bandiera dei friulani, negli anni Novanta. Perché il calcio è passione ed è ancora più bello se lo si condivide con qualcuno".
La serie A è una magnifica vetrina, anche per la città da questo punto di vista. Anch’essa da condividere. "Certo, il bello di questo sport è la sua universalità. Piace praticamente a tutti, al di là delle rivalità tra le diverse squadre, e quindi bisogna abituarsi a vedere tifosi di entrambe le compagini un po’ in tutti i settori. E poi è reciprocità: ho già invitato Nicola Savino (conduttore televisivo e radiofonico, ndr) a venire a Pisa per vedersi la sua Inter. Lo ospiterò io. E lui farà altrettanto per il match di ritorno. E così capiterà con altri amici di Bologna e di altre squadre del massimo campionato".
La sua passione per il Pisa quando nasce? "Avevo 11 anni, era il 1982 e il Pisa di Romeo arrivò in serie A. Da tre anni già ero grande tifoso della Spal e da allora anche il Pisa è diventato la mia squadra. Sono appassionato di calcio, battezzato ‘gobbo’ da un padre juventino, ma solo Pisa e Spal mi hanno fatto battere il cuore e ancora oggi è così. Vivevo a Ponteginori, a due passi da Volterra, e per noi del paese Pisa significava o tutto bene o tutto male: nel senso che ci andavi a vedere la partita, o dal medico famoso per curarti. Il Pisa poi in quegli anni veniva qui a fare i ritiri precampionato e giocava anche i primi test match della stagione e così è nato un amore che durerà per sempre"
Il calcio è anche derby, rivalità. "Per noi il derby vero è con Firenze, rivale storica. Poi c’è Livorno, campanilismo e sfottò tra due città vicinissime che con la loro rivalità piena di ironia possono insegnare a stare al mondo a tanti altri e che hanno saputo condividere valori comuni: ho ancora negli occhi il calore del derby del cuore di cinque anni fa per la tragica alluvione di Livorno. Abbiamo dimostrato che di pasta siamo fatti noi pisani e anche i livornesi".