
La mamma di Marah ha parlato per la prima volta ufficialmente durante la cerimonia al Parco della Pace
di Ilaria Vallerini
Mamma Nabila si avvicina alla bara della figlia nel suo chador nero come il carbone e con la kefiah al collo. Marah in arabo significa allegria e gioia. E lei, con la sua immensa luce, illuminava la casa di famiglia nella Striscia di Gaza prima che bombe, distruzione e morte ridisegnassero la quotidianità di un intero popolo. Allegria e gioia si sono perse con lei, morta nel fiore degli anni in terra straniera, spezzando così anche l’ultimo barlume di speranza della madre di poterle salvare la vita. Il dolore di Nabila è riservato e si cela dietro a quel velo che incornicia il volto stanco di una mamma che piange la perdita della propria figlia. Ieri ha rotto il silenzio parlando per la prima volta nel corso della cerimonia funebre nel Parco della Pace a Pontasserchio. E’ proprio nel comune di San Giuliano Terme che la salma della 20enne palestinese ha trovato sepoltura ieri.
La ragazza si era spenta a Ferragosto all’ospedale di Cisanello a poche ore dal suo arrivo in Italia in condizioni estremamente critiche e di malnutrizione su un volo umanitario della 46esima Brigata Aerea. "A nome mio e di tutto il popolo palestinese vorrei ringraziare tutti quanti - ha detto Nabila -. Ho lasciato Gaza per accompagnare mia figlia che aveva bisogno di cure, ma purtroppo ha salutato la vita terrena. Perciò lascio una parte del mio cuore e di me da voi. Vi chiedo a tutti quanti di pregare per lei. Essere vicini a Marah vuol dire essere vicini al popolo palestinese. Ho deciso di tornare a Gaza se mi faranno rientrare".
Le parole della donna si dissolvono in un lungo applauso delle centinaia di persone presenti. "Ringrazio il nostro sindaco di San Giuliano Terme per quello che ha fatto. Una città con cui ho un rapporto d’amore". E’ il ringraziamento dell’imam di Pisa Mohammad Khalil che ha chiuso la cerimonia funebre chiedendo di mantenere il "contegno" e di evitare "polemiche" riferendosi ai fischi e alle contestazioni di una parte del pubblico contro il presidente della Toscana Eugenio Giani nel corso del suo intervento. "Questa ragazza si chiama Marah che significa allegria e gioia, noi abbiamo le abbiamo perse - ha affermato l’imam -. Era una ragazza benestante ma anni di bombe, distruzione e mancanza di cibo, hanno portato a conseguenze peggiori. E’ morto in queste ore anche un altro bambino di cinque anni che piangeva e strillava "ho fame" per mancanza di nutrimento. Non è corretto lanciare cibo scadente dal cielo sulla Striscia di Gaza. Ora dobbiamo far tornare l’"allegria". Noi andremo a trovarla, sempre, anche se si trova sotto terra".