
Emozionante concerto sotto il Campanile illuminato a festa per i suoi 852 anni. Bis e applausi prolungati, momumenti aperti fino a mezzanotte.
Il campanile come strumento per chiamare a raccolta i pisani nel nome della musica, per celebrare il compleanno simbolico della Torre Pendente. È stato questo il filo conduttore del Galà Lirico organizzato dall’Opera della Primaziale Pisana, sabato sera, in occasione dell’anniversario della posa della prima pietra del campanile più celebre del mondo. All’evento hanno assistito oltre tremila persone, tra pisani e turisti.
Piazza dei Miracoli, trasformata per l’occasione in un emozionante teatro a cielo aperto, ha accolto quasi un migliaio di spettatori seduti — posti esauriti in breve tempo — e un pubblico partecipe che ha seguito il concerto in piedi, sul prato e lungo i lati della piazza. Sul palco si sono esibiti il soprano Mariam Battistelli, molto apprezzata dal pubblico, il tenore Oreste Cosimo e il baritono Roberto De Candia, accompagnati dai 66 musicisti dell’Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Marcello Rota.
La Torre, illuminata a festa per i suoi 852 anni, ha fatto da scenografia d’eccezione rubando la scena al programma, intenso e raffinato, che ha proposto celebri pagine di Verdi, Donizetti, Rossini, Puccini, Mozart, Gounod, Catalani, Mascagni e Bizet.
"Stare qui oggi ad ammirare questa bellezza ci porta a santificare il tempo" ha detto l’arcivescovo di Pisa, Saverio Cannistrà, sottolineando la consonanza logica tra il campanile del Duomo e il concerto "che chiama a sé le persone per stare insieme".
"Una grande festa" l’ha definita il presidente dell’Opa, Andrea Maestrelli, "che abbraccia la città e i tanti visitatori, tra cui molti pisani". Prima del countdown che ha portato all’accensione della Torre, Maestrelli ha ricordato che l’Opa ha tenuto aperti e gratuiti i musei in occasione dell’evento. Sono stati oltre mille i visitatori che, durante la serata, hanno potuto accedere liberamente al Battistero, al Camposanto, alla Cattedrale, al Museo delle Sinopie e al Museo dell’Opera del Duomo.
Al termine del programma non sono mancati i bis, salutati dagli applausi delle persone presenti: ’O sole mio, la celebre canzone napoletana di fine Ottocento, interpretata a tre voci come omaggio alla città, ma soprattutto ai tanti turisti presenti che hanno apprezzato la canzone simbolo del belpaese; quindi, il Brindisi (Libiamo ne’ lieti calici) da La traviata di Verdi, con il direttore che ha stappato festosamente una bottiglia di spumante; e infine la chiusura con 8½ di Nino Rota, colonna sonora del film di Fellini.
Enrico Mattia Del Punta