di Mario Ferrari
"Il commercio è un pilastro del modello sociale europeo: da 80 anni le imprese del terziario promuovono libertà, crescita, accesso ai beni, innovazione e benessere collettivo. E oggi, più che mai, devono essere messe in condizione di continuare a farlo". Con queste parole Stefano Maestri Accesi, presidente di Confcommercio Pisa, traccia un bilancio tra passato e futuro delle imprese pisane. Nel 2025, infatti, l’associazione di categoria pisana ha festeggiato gli 80 anni di attività: "La Confederazione - spiega Maestri Accesi - è nata a Roma nel 1945, e proprio il 22 marzo dello stesso anno è stata fondata la nostra realtà territoriale. Oggi abbiamo circa 6mila aziende, attività e professionisti associati per un totale di 50 categorie: tuteliamo e rappresentiamo gli interessi delle piccole e medie imprese in tutta la provincia".
Presidente com’è la situazione del commercio pisano? "Viviamo una fase complessa, segnata da gravi tensioni geopolitiche, dai recenti picchi inflattivi, dal caro energia e dalla difficoltà crescente nel reperire manodopera qualificata. Tuttavia, il nostro tessuto imprenditoriale mostra resilienza: nel 2024 sono nate 2.310 nuove imprese a fronte di 2.097 cessazioni, con un saldo attivo di 213 unità".
Le principali criticità che le aziende devono affrontare? "Lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro è una delle sfide più urgenti: nel 2023 il 53% delle imprese ha avuto difficoltà a reperire personale. C’è poi il nodo dell’accesso al credito, che colpisce in modo particolare le micro e piccole imprese sotto i 20 dipendenti. È un problema strutturale che mina la vitalità economica locale".
Confcommercio fa sempre più appelli per il rischio della desertificazione commerciale. "Purtroppo sì. Abbiamo chiesto al Governo un vero piano di emergenza nazionale per salvaguadare le attività di vicinato, attivando concrete politiche di sostegno e valorizzazione dei negozi, con particolare attenzione ai commercianti storici come lo stanziamento di incentivi e contributi che migliorino qualità, innovazione, accessibilità, sicurezza".
Anche le amministrazioni locali possono aiutare? "Assolutamente, per questo vogliamo un sempre maggiore coordinamento e sinergia con gli enti del territorio: servono controlli contro abusivismo e illegalità, meno burocrazia e più tempi di risposte dalle pubbliche amminsitrazioni e infine una drastica riduzione delle imposte come Imu, Tari, Cosap".
Una mano per le imprese può arrivare dalla tecnologia? "Secondo me sì. Alle nostre 6mila imprese associate dobbiamo far capire che per andare sul mercato serve innovazione e Pisa può essere la città dalla quale dare l’esempio. L’obiettivo futuro di Confcommercio sarà quello di essere facilitatori per garantire una crescita in questo campo".