
L’èquipe che ha ridato la vita al 74enne
di Mario Ferrari
Il suo tumore alla testa del pancreas era inoperabile. Era questo il verdetto – praticamente una condanna a morte – che una clinica fuori regione aveva pronunciato per un uomo di 74 anni malato oncologico. La sua malattia, infatti, era aggravata dalla presenza di una cirrosi epatica, che aveva di fatto chiuso la porta della chirurgia e aperto quella delle cure palliative. Una battaglia che si poteva soltanto rallentare, ma non vincere. Fortunatamente, sul suo cammino è arrivata in aiuto la sanità pisana. Dopo essersi rivolto, per tutt’altro motivo, all’ospedale di Livorno, al 74enne si è aperta una nuova possibilità: una nuova valutazione chirurgica. Questa volta non più nella struttura che lo aveva dichiarato senza speranza, ma nell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, nella sezione dipartimentale di Chirurgia generale diretta dal professor Luca Morelli.
Il caso viene esaminato dal Gruppo oncologico multidisciplinare, dove chirurghi, epatologi, oncologi e radiologi, dopo attente valutazioni, convergono su una nuova analisi: il 74enne ha delle possibilità, dal momento che il suo tumore è tecnicamente resecabile. L’età non è un limite e il parere è unanime: si può, anzi, si deve operare. Il destino dell’uomo viene deciso in sala operatoria, dove Morelli e la sua équipe affrontano un intervento lungo, complesso e delicato. Grazie anche al supporto dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione Trapianti, l’operazione riesce. Il tumore al pancreas viene asportato radicalmente. La battaglia, che sembrava senza speranza, è stata inaspettatamente vinta e, dopo un decorso post-operatorio regolare, il 74enne torna a casa. Oggi, quell’uomo può guardare al futuro con una prospettiva che due anni fa sembrava preclusa: non più solo cure per sopravvivere, ma un possibile cammino verso la guarigione. Una storia a lieto fine, ma che non rappresenta un caso isolato all’interno dell’Aoup. Nella sezione di Chirurgia generale diretta da Luca Morelli, infatti, arrivano ogni anno pazienti da tutta Italia – e anche dall’estero – con quadri clinici talmente complessi da essere rifiutati altrove, bollati come senza speranza. Eppure, la sanità pisana riesce a trasformare quei "no" in operazioni riuscite, in riprese da malattie che sembravano condanne a morte, in vite che ricominciano. Oltre al 74enne, ci sono stati tanti altri episodi: recentemente una donna di cento anni, una novantenne e un altro paziente con cirrosi. Interventi che sembravano irrimediabili e che invece hanno riportato speranza.