ENRICO MATTIA DEL PUNTA
Cronaca

Dazi, scatta l’allarme: "Tempesta perfetta sull’export pisano"

Confcommercio: "Negoziare per evitare il caos"

La Toscana – e quindi anche Pisa – presenta un’elevata esposizione ai dazi. Nella foto un laboratorio farmaceutico foto di archivio

La Toscana – e quindi anche Pisa – presenta un’elevata esposizione ai dazi. Nella foto un laboratorio farmaceutico foto di archivio

"Le misure protezionistiche annunciate al 30% non suonano come una semplice minaccia, ma come una sentenza che potrebbe avere ripercussioni catastrofiche sul tessuto produttivo toscano e pisano, rendendo non solo urgente, ma assolutamente necessaria una strategia aggressiva di diversificazione dei mercati e un rafforzamento drastico della competitività internazionale delle nostre imprese". A lanciare l’allarme è il presidente di Confcommercio Provincia di Pisa, Stefano Maestri Accesi.

La potenziale reintroduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti preoccupa anche il comparto produttivo pisano. Secondo un’analisi di Prometeia, la Toscana risulterebbe tra le prime regioni italiane per valore delle esportazioni a rischio, insieme a Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto. Pisa, avverte Confcommercio, "con la sua specializzazione intensiva nei comparti più vulnerabili e una dipendenza quasi totale dal mercato nordamericano, è in prima linea".

Gli Stati Uniti rappresentano infatti uno dei principali sbocchi dell’export pisano: nel 2024 hanno assorbito l’8,2% delle esportazioni provinciali, per un valore di quasi 280 milioni di euro. Sebbene nell’ultimo decennio si sia registrato un incremento del 47% – da 189 milioni a 278 milioni – il picco del 2022, con 331 milioni, si è rivelato un’illusione. Il 2024 segna una flessione del 6,7%, a fronte di una crescita ben più sostenuta a livello nazionale (+218%) e regionale (+338%).

Secondo Confcommercio, la Toscana – e quindi anche Pisa – presenta un’elevata esposizione ai dazi, data la forte incidenza di settori strategici come agroalimentare, manifatturiero e meccanica strumentale nell’interscambio con gli Usa.

"Tra gli aspetti che più ci preoccupano – sottolinea ancora Maestri Accesi – c’è la perdurante incertezza che da mesi accompagna gli annunci e l’applicazione dei dazi, con una serie di incognite che purtroppo causano danni uguali, se non superiori, ai dazi stessi. L’economia vive di fiducia, e la fiducia non va assolutamente d’accordo con l’incertezza".

Il rischio di un declino, avverte il presidente, è "un segnale premonitore" da non ignorare. "La domanda statunitense per il ‘made in Pisa’ – spiega – è concentrata in pochi settori: mezzi di trasporto (61 milioni nel 2024), vino (26 milioni) e meccanica (23 milioni per le macchine a impiego generale, 20 per quelle agricole). Questi sono i nostri punti di forza, ma anche i nostri talloni d’Achille: se colpiti da dazi di questa entità, le conseguenze sarebbero devastanti. Ancora più preoccupante è la situazione del sistema moda, in particolare per il comparto calzaturiero".

Da qui l’appello al Governo a negoziare. "L’assenza di un accordo equivarrebbe a una condanna – afferma il direttore generale di Confcommercio Pisa, Federico Pieragnoli –. La parola d’ordine, ora, è che tanto da Roma quanto da Bruxelles venga esplorata ogni possibile strada per raggiungere un’intesa capace di evitare impatti sconvolgenti sulla nostra economia".

EMDP