
Nelle scuole dei due studenti, lacrime e riflessioni
Il dolore irrompe in due scuole. E ce n’è talmente tanto, che le mura degli edifici non riescono a contenerlo. "Certe situazioni scuotono la comunità scolastica – spiega addolorato Federico Betti, il dirigente dell’Iti Da Vinci, l’istituto frequentato da Jacopo – Stamani (ieri per chi legge, ndr) i suoi compagni alle 8.30 sono rimasti fuori, in cortile, avevano bisogno di muoversi e sentirsi liberi. Poi sono stati all’ospedale Cisanello. Nel primo pomeriggio si è capito anche dello scambio avvenuto tra i due ragazzi. Una situazione atroce. Tutti noi portiamo la vicinanza alle famiglie". Il preside riflette: "Dovremo lavorare sulla prevenzione in strada, per evitare qualsiasi comportamento e gioco pericoloso, aprire una riflessione insieme. Un percorso da affrontare con calma. Fino a ieri questi ragazzi avevano la visione di un futuro lineare, hanno subito un trauma fortissimo, il risveglio da una favola. Bisogna ripartire e ricostruire con consapevolezza. Scuola e famiglia devono insegnare a rialzarsi". Quindi aggiunge: "Oggi ho portato anche la vicinanza del provveditore dell’ufficio scolastico provinciale, il professor Andrea Simonetti, ai genitori e ai cari di Jacopo. Sarà un viaggio lungo da percorrere tutti insieme".
"Martedì – ricorda sconvolto Maurizio Nerini, assistente tecnico all’Iti Da Vinci – avevo fatto lezione insieme al professore con la IV aeronautici, abbiamo rivisto i ragazzi dopo l’anno scorso. Abbiamo assegnato loro i banchi e dato le prime indicazioni. Ci sono 24 posti ai banchi di lavorazione, lì gli studenti imparano a costruire parti di aerei, si tratta dell’aspetto pratico del nostro indirizzo. Abbiamo un rapporto particolare con gli studenti, stiamo tra loro, io come assistente tecnico li seguo stando in mezzo. Stamani (ieri per chi legge, ndr) ho rivisto quei banchi, ora ci sarà sempre un posto vuoto".
Nerini torna a parlare dell’incidente, senza entrare nel merito della dinamica. "La prima cosa a cui facciamo attenzione è proprio la sicurezza quando siamo in laboratorio e in generale a scuola. Sono tutti appassionati di moto e anche noi lo siamo, io e il prof arriviamo in moto e siamo un po’ i loro miti". L’Iti, la stessa scuola frequentata da un altro ragazzo che ha perso la vita in strada nel 2019 a bordo della sua Vespa, mentre stava rientrando a casa dal lavoro estivo. "Leonardo Giordani era un nostro studente – afferma Nerini – I genitori si stanno impegnando tanto sulla prevenzione, li coinvolgeremo di nuovo".
Anche Alessandro Salerni, il preside del Buonarroti, la scuola frequentata da Leonardo, il 16enne gravissimo in ospedale, parla dei suoi ragazzi: "Dobbiamo tutelarli, questi giovani sono sconvolti, li sosterremo anche con l’intervento di una psicologa nei prossimi giorni per affrontare questi giorni terribili".
Questo è il momento del dolore, verrà poi quello delle iniziative in ricordo e in sostegno delle famiglie.
An. Cas.