
Sui vandalismi indagano le forze dell’ordine
Un richiamo sui social per educare e prevenire fenomeni di criminalità giovanile. Il sindaco di Buggiano Daniele Bettarini ha scelto questa strada per correggere il comportamento di tanti ragazzini del Borgo che, finita la scuola, hanno iniziato a divertirsi la sera con schiamazzi e parole di troppo, seminando scompiglio e disagio anche tra gli adulti. Ha scritto il primo cittadino sulla propria bacheca di Facebook: "Al Borgo e non solo ci sono gruppetti di ragazzi (13/16 anni e qualche maggiorenne, tutti figli nostri) che compiono vandalismi, sporcano e fanno i bulletti con i più piccoli e talvolta anche con gli adulti. Le telecamere alle scuole, intorno al comune e nei vari giardini pubblici, hanno già registrato diverse situazioni di questo genere. E’ giunto il momento di dare un fermo a certe abitudini, ho chiesto ai carabinieri di intensificare i controlli e ho dato eguale disposizione agli agenti della polizia municipale. Dunque, agiranno come prevede la legge". Per il momento Bettarini intende fermarsi a questo. Un po’ alla maniera degli anni Ottanta e Novanta, quando polizia e carabinieri fermavano i ragazzini fuori dalle righe per rimproverarli e talvolta li riportavano a casa dai genitori. E là non mancava l’intervento duro dei papà e delle mamme. Altri tempi? Bettarini ci vuole provare: "Ovviamente, essendo minorenni, sarà adottato il massimo buon senso e delicatezza ma queste cose, prima che degradino ulteriormente, devono finire. Mi appello anche alle famiglie con figli in tale fascia di età pregandole di verificare i loro comportamenti e frequentazioni". Non entra in dettagli, per ora. "Ovviamente è un fenomeno diffuso in tutti i comuni, forse è ora di evidenziarlo e a cercare di fare un minimo di prevenzione prima che accadano cose peggiori". Insomma, prima di curare è bene prevenire. L’appello del sindaco di Buggiano arriva a poca distanza di tempo dai fatti di Pescia. Un caso su cui è intervenuto anche il presidente del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, Romano Pesavento, che ha espresso forte preoccupazione in merito alle azioni del gruppo di ragazzini responsabili di atti vandalici e intimidatori in città, culminati con l’aggressione agli studenti maturandi del Liceo Lorenzini e l’intrusione nella sede del Rione San Michele. Il coordinamento ritiene insufficiente un approccio repressivo.
"È fondamentale avviare percorsi strutturati di rieducazione civica, dialogo intergenerazionale e consapevolezza dei diritti e dei doveri di cittadinanza- afferma -L’assenza di progettualità educativa e l’indifferenza verso le istanze giovanili possono favorire lo smarrimento, la rabbia e la ricerca di visibilità attraverso comportamenti distruttivi". A causare questo tipo di comportamenti, spiega Pesavento, spesso sono fragilità sociali, contesti familiari complessi e mancanza di riferimenti educativi efficaci. Per questo, sono state elaborate una serie di proposte, con "percorsi strutturati in cui i ragazzi coinvolti in comportamenti devianti possano confrontarsi con le vittime e la comunità in contesti mediati, promuovendo la responsabilità e la ricostruzione del legame sociale", la creazione di "gruppi di studenti formati per diventare ambasciatori di legalità, inclusione e rispetto, attivi nell’organizzazione di campagne di sensibilizzazione e iniziative di cittadinanza attiva nei quartieri sensibili", la "creazione di un contratto condiviso che coinvolga scuola, famiglie, enti locali, terzo settore e ragazzi, con obiettivi formativi e sociali chiari, firmati da tutte le parti" e la realizzazione di "maratone educative in cui gli studenti co-progettano soluzioni per migliorare la vivibilità dei propri spazi urbani".
Giovanna La Porta
Emanuele Cutsodontis