REDAZIONE PISA

Caso Anpi-Comunità ebraica. Solidarietà a Bruno Possenti anche dal musicista ebreo Nissim

La "rottura di San Rossore" e le reazioni. Il sindaco di San Giuliano Terme Cecchelli: "Le vittime della storia non hanno gerarchie". L’intellettuale: "È grazie ai partigiani abbiamo un po’ di libertà" .

La "rottura di San Rossore" e le reazioni. Il sindaco di San Giuliano Terme Cecchelli: "Le vittime della storia non hanno gerarchie". L’intellettuale: "È grazie ai partigiani abbiamo un po’ di libertà" .

La "rottura di San Rossore" e le reazioni. Il sindaco di San Giuliano Terme Cecchelli: "Le vittime della storia non hanno gerarchie". L’intellettuale: "È grazie ai partigiani abbiamo un po’ di libertà" .

La "rottura di San Rossore", tra il presidente della Comunità ebraica di Pisa e Livorno Andrea Gottfried, e il presidente dell’ANPI provinciale Bruno Possenti, per le parole pronunciate da quest’ultimo alla cerimonia in San Rossore per ricordare la promulgazione delle leggi razziali, scatena una scia di prese di posizione polemiche. Soprattutto nei confronti del presidente della Comunità ebraica. Tra i primi a commentare, riprendendo l’articolo uscito su La Nazione, è il sindaco di San Giuliano Terme Matteo Cecchelli. Destinatario, proprio tre giorni fa, di minacce anonime arrivate con una lettera spedita da Coral Stream, negli Usa, con chiari riferimenti alla scelta dello stesso sindaco, di aver dato sepoltura sul suo territorio alla giovane Marah, la ragazza palestinese morta a Pisa dove era arrivata per essere curata, insieme ad un gruppo di bambini e ragazzi della Striscia di Gaza. "La memoria della Shoah - scrive il sindaco Cecchelli – ci obbliga a non voltare lo sguardo di fronte a nessuna oppressione. Le vittime della storia non hanno gerarchie. Il dovere morale che abbiamo è stare sempre dalla parte di chi subisce, di chi perde tutto, di chi viene disumanizzato.Solo così possiamo costruire una società capace di imparare davvero dal proprio passato. Esprimo la mia solidarietà al presidente ed a tutta l’ANPI di Pisa".

Ma una voce critica si leva anche da Piero Nissim, musicista del Canzoniere Pisano, poeta, esperantista e burattinaio. "Come ebreo pisano/italiano e come antifascista voglio esprimere la mia solidarietà a Bruno Possenti – scrive Nissim – , oggetto di un attacco censorio e immotivatamente polemico. Possenti, da sincero democratico quale è, ha sottoposto agli astanti una dolorosa riflessione: che la storia passata ha poco insegnato alla storia presente, fatta ancora di tragedie, di discriminazioni, di guerre. E il massacro del popolo palestinese (perpetrato dal Governo israeliano con il silenzio e la complicità/fornitura di armi dei governi occidentali, Italia compresa) ne è oggi l’esempio più evidente. “Mai piu!” gridarono i nostri Padri, da Primo Levi al mio stesso - Giorgio - che rischiò la vita per salvarne tante altre. Ma fu ed è un appello inascoltato. E continua il grande equivoco, che chi critica lo Stato di Israele è antisemita. Non è cosi. La critica è al sionismo e alla cricca di criminali che attualmente governa quello Stato. Per fortuna dall’ebraismo internazionale si levano voci importanti, da Anna Foa a Edith Bruck a Stephen Kapos, che dicono con forza: “Non in mio nome”. E, nella mia piccololezza, nemmeno nel mio". "L’attacco all’Anpi – continua Nissim – da parte della Comunità ebraica pisana è offensivo e provocatorio verso un’associazione a cui dobbiamo riconoscenza per quel poco di libertà (siamo sempre Colonia degli “Alleati”) di cui ancora godiamo in Italia. Loro salirono in montagna mentre tanti ebrei pisani avevano già da tempo scelto il “mare” della collaborazione e del sostegno al regime fascista. Poi se ne pentirono amaramente subendo anche loro, dal ‘38 in poi, discriminazioni e persecuzioni. Ci furono ebrei fascisti ed ebrei partigiani. Come ci sono ebrei di tutti i tipi: brave persone. furfanti e criminali (quelli legalmente accettati), persone geniali (cito Einstein a Woody Allen) a gente più che stupida, industriali senza scrupoli e onesti lavoratori. Per non parlare dell’ebreo Zelensky, bravo fantoccio manovrato dalla Nato. E smettiamola di chiamarci “Il popolo eletto”! Eletto da chi? Un’affermazione di superbia e di arroganza verso il resto dell’ Umanità. Naturalmente, per quest’ultima affermazione, mi pioveranno addosso fiumi di critiche indignate e oggetti vari. Spero non le famose Tavole del buon Mosè!".