"Vogliamo portare più umanità e cura dovunque sia possibile, a partire dalle nostre case ma anche oltre. Nelle rivoluzioni il 20% muove l’80%: noi vogliamo essere quel 20%". Con queste parole Franco Falorni, presidente della Fondazione Maffi, ha presentato l’ottavo Meeting della onlus che gestisce sette strutture in Toscana e assiste circa 500 pazienti psichiatrici con l’ausilio di oltre 400 professionisti. L’incontro, dal titolo "La rivoluzione dell’amore" si svolgerà domani nella basilica di San Piero a Grado dalle 9 alle 13. La giornata si aprirà in modo simbolico con l’ingresso nella basilica di Marco Cavallo, uno sbilenco equino azzurro nato dalla mente di Vittorio Basaglia che, con quattro metri di cartapesta e legno,è dal 1973 un’icona della libertà conquistata. Accanto ai simboli, anche contenuti perché il congresso prevede testimonianze di persone che hanno vissuto nelle strutture della Fondazione e che racconteranno percorsi di libertà ritrovata. Spazio anche a musica, grazie alla collaborazione con il Conservatorio Mascagni di Livorno che svilupperà delle composizioni che coniugano note e salute mentale. Il programma include due relazioni centrali: quella di suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio Cei per la pastorale delle persone con disabilità, e quella di Riccardo Moro, docente di Politiche dello sviluppo all’Università di Milano. "Gli interventi – sottolinea il vicepresidente della Fondazione Maffi, don Antonio Cecconi – aiuteranno a riflettere sulle fragilità vicine e lontane: quelle di chi vive in strutture come le nostre, ma anche quelle che nascono dai conflitti, dalle guerre, dalle condizioni di precarietà nel mondo. L’idea è che sia necessaria una rivoluzione che ci permetta di cambiare restando umani e sensibili alle sofferenze". Nel corso del Meeting sarà presentato anche il quarto libro della Fondazione, "La nostra rivoluzione. Cambiare e restare umani", curato da Falorni, che avrà una seconda uscita al Pisa Book Festival il 3 ottobre. "Il convegno e il volume – spiega il dottor Giuseppe Meucci, membro del cda, insieme alla direttrice generale Antonia Peroni – nascono per condividere riflessioni sul concetto di qualità della cura, che spesso va oltre protocolli e algoritmi".
Mario Ferrari