"Pellegrini ha ragione, sul piano faunistico e sulla manutenzione del Padule i danni li vediamo anche dalla nostra azienda". Parla con cognizione di causa Angela Sabatino, titolare dell’azienda agricola ’Museo della civiltà contadina Casa Dei’ di Larciano che, dopo 33 anni di onorato lavoro nelle terre di Padule oggi si trova a lamentare problematiche dispendiose. "La nostra è una realtà diversa rispetto a quella descritta dal presidente dell’associazione ’Il Padule’, Paolo Pellegrini, ma bisogna dire che le zone protette ci hanno veramente sacrificati. All’inizio i cacciatori potevano venire anche nelle mie terre, loro avevano fatto gli stagni, pulivano e cacciavano perché non era zona protetta. Adesso possono cacciare al di là del nostro confine e i cinghiali e gli ungulati scappano e vengono tutti nelle mie terre, distruggendo raccolti interi. Per non parlare della manutenzione: al 15 agosto ancora non è stato provveduto agli sfalci. Il risultato è che l’erba è alta due metri ed è tutta secca, portando anche al rischio di possibili incendi. Con una scarsa manutenzione, diventa difficile anche per le persone farsi una passeggiata sugli argini. Si parla di zona protetta, ma di fatto non è protetta proprio da nessuno". L’ultima risorsa dell’imprenditrice agricola è legata alla burocrazia, che spera si velocizzi e le vada incontro. "Sono in contatto con la Regione – spiega –, so che la materia è stata discussa in consiglio e che ora devono venire vagliate, non so con quali tempi, le eccezioni e le osservazioni. Il mio auspicio è che, magari anche attraverso le associazioni, si trovi una quadra per non essere ulteriormente sacrificati da questa organizzazione delle zone protette".
Arianna Fisicaro