
Una parte del campo di girasoli travolti dalla furia del temporale
CASTIGLIONE DELLA PESCAIAL’ennesimo colpo del clima estremo si abbatte sull’agricoltura grossetana. Dopo meloni e angurie bruciati dal caldo nelle zone di Albinia e i recenti incendi, ora è il turno della pioggia e del vento a devastare i campi. A farne le spese, stavolta, sono i girasoli nelle campagne di Castiglione della Pescaia, dove almeno 30 ettari risultano irrimediabilmente danneggiati: le forti raffiche e le precipitazioni intense di qualche giorno fa hanno piegato e abbattuto interi filari, rendendo impossibile la raccolta per gli agricoltori del posto. Anche il colpo d’occhio è abbastanza eloquente, campi interi di girasole completamente distrutti e gli agricoltori sono disarmati perché spesso tutto il lavoro e l’impegno di un anno vengono vanificati in poche ore, a volte in mezz’ora di maltempo. È Coldiretti Grosseto a lanciare l’allarme, segnalando una situazione sempre più difficile per le imprese agricole locali.
"In poche ore siamo passati dal caldo record che scotta i meloni, le melanzane e i pomodori in campo alle piogge torrenziali – spiega Simone Castelli, presidente maremmano dell’associazione –. Il settore agricolo è il primo a pagare il prezzo del clima che cambia: le colture non possono essere né spostate né facilmente protette. I danni, ancora una volta, sono gravi". Secondo Coldiretti, i fenomeni atmosferici estremi sono triplicati rispetto all’inizio dell’anno. Un dato coerente con le previsioni dell’Agenzia europea per l’ambiente (Esa), che stimano perdite economiche per oltre 4 miliardi di euro nel solo 2024 a livello nazionale, in larga parte a carico dell’agricoltura. E senza interventi strutturali, il conto potrebbe salire fino a 100 miliardi entro il 2050. Mentre il frumento, nelle stesse aree colpite, è stato raccolto in tempo, per altre colture la situazione resta critica: meloni, pomodori, melanzane e altre varietà orticole stanno subendo danni significativi, aggravati da un’alternanza di siccità, temperature estreme e improvvisi temporali. Coldiretti torna quindi a chiedere con forza misure concrete per aumentare la resilienza del sistema agricolo, a partire da investimenti pubblici e privati in prevenzione attiva: impianti antigrandine, tecnologie antigelo, nuove varietà colturali resistenti al clima, ma anche laghetti aziendali per l’accumulo e la gestione dell’acqua nei periodi siccitosi. "La realizzazione e il recupero dei bacini idrici aziendali è la grande sfida da vincere – chiude Castelli –. Servono anche procedure più snelle e indennizzi più rapidi per le imprese colpite, e una maggiore diffusione delle polizze assicurative agevolate, oggi ancora poco utilizzate: solo una impresa agricola su cinque in Toscana è coperta da assicurazioni contro grandine, gelo, alluvioni e siccità". Il quadro che emerge dalla Maremma è quello di un’agricoltura sempre più esposta a rischi sistemici. A ogni stagione, il clima costringe le imprese a fare i conti con danni diretti ai raccolti e una crescente incertezza produttiva, che mette a rischio non solo il reddito agricolo ma anche la tenuta dell’intero comparto agroalimentare locale.
Nicola Ciuffoletti