NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

I danni del clima bizzarro. Dopo i meloni bruciati girasoli travolti dall’acqua

Allarme su allarme per le colture a causa degli sbalzi repentini di temperature. Castelli (Coldiretti): "I campi sono i primi a pagare un prezzo molto caro". .

Una parte del campo di girasoli travolti dalla furia del temporale

Una parte del campo di girasoli travolti dalla furia del temporale

CASTIGLIONE DELLA PESCAIAL’ennesimo colpo del clima estremo si abbatte sull’agricoltura grossetana. Dopo meloni e angurie bruciati dal caldo nelle zone di Albinia e i recenti incendi, ora è il turno della pioggia e del vento a devastare i campi. A farne le spese, stavolta, sono i girasoli nelle campagne di Castiglione della Pescaia, dove almeno 30 ettari risultano irrimediabilmente danneggiati: le forti raffiche e le precipitazioni intense di qualche giorno fa hanno piegato e abbattuto interi filari, rendendo impossibile la raccolta per gli agricoltori del posto. Anche il colpo d’occhio è abbastanza eloquente, campi interi di girasole completamente distrutti e gli agricoltori sono disarmati perché spesso tutto il lavoro e l’impegno di un anno vengono vanificati in poche ore, a volte in mezz’ora di maltempo. È Coldiretti Grosseto a lanciare l’allarme, segnalando una situazione sempre più difficile per le imprese agricole locali.

"In poche ore siamo passati dal caldo record che scotta i meloni, le melanzane e i pomodori in campo alle piogge torrenziali – spiega Simone Castelli, presidente maremmano dell’associazione –. Il settore agricolo è il primo a pagare il prezzo del clima che cambia: le colture non possono essere né spostate né facilmente protette. I danni, ancora una volta, sono gravi". Secondo Coldiretti, i fenomeni atmosferici estremi sono triplicati rispetto all’inizio dell’anno. Un dato coerente con le previsioni dell’Agenzia europea per l’ambiente (Esa), che stimano perdite economiche per oltre 4 miliardi di euro nel solo 2024 a livello nazionale, in larga parte a carico dell’agricoltura. E senza interventi strutturali, il conto potrebbe salire fino a 100 miliardi entro il 2050. Mentre il frumento, nelle stesse aree colpite, è stato raccolto in tempo, per altre colture la situazione resta critica: meloni, pomodori, melanzane e altre varietà orticole stanno subendo danni significativi, aggravati da un’alternanza di siccità, temperature estreme e improvvisi temporali. Coldiretti torna quindi a chiedere con forza misure concrete per aumentare la resilienza del sistema agricolo, a partire da investimenti pubblici e privati in prevenzione attiva: impianti antigrandine, tecnologie antigelo, nuove varietà colturali resistenti al clima, ma anche laghetti aziendali per l’accumulo e la gestione dell’acqua nei periodi siccitosi. "La realizzazione e il recupero dei bacini idrici aziendali è la grande sfida da vincere – chiude Castelli –. Servono anche procedure più snelle e indennizzi più rapidi per le imprese colpite, e una maggiore diffusione delle polizze assicurative agevolate, oggi ancora poco utilizzate: solo una impresa agricola su cinque in Toscana è coperta da assicurazioni contro grandine, gelo, alluvioni e siccità". Il quadro che emerge dalla Maremma è quello di un’agricoltura sempre più esposta a rischi sistemici. A ogni stagione, il clima costringe le imprese a fare i conti con danni diretti ai raccolti e una crescente incertezza produttiva, che mette a rischio non solo il reddito agricolo ma anche la tenuta dell’intero comparto agroalimentare locale.

Nicola Ciuffoletti