
Luca Mercalli è il presidente della Società Meteorologica italiana
Grosseto, 11 luglio 2025 – ‘Crisi climatica ed ecologica: un lusso o una necessità per la nostra sopravvivenza?’ è il titolo della conferenza che il climatologo Luca Mercalli terrà oggi alle 19 ad Alberese, nel Parco della Maremma, nel Granaio Lorenese.
Direttore della rivista ’Nimbus’, presidente della Società Meteorologica Italiana, ricercatore su climi e ghiacciai alpini, ha lavorato tra le altre cose a “Che tempo che fa”, “Scala Mercalli”, “TGMontagne” e Rainews24.
Il clima. Considerato il periodo, potremmo definirlo un tema ’caldo’…
“Continuiamo purtroppo a vedere commenti su quanto ci costi far fronte alla crisi climatica in corso sul fatto che le auto elettriche costano care e che perderemo posti di lavoro. Una litania che va avanti da trent’anni. In realtà tutto quello che facciamo per risolvere la crisi è un investimento, non una perdita. Centinaia di miliardi di euro spesi in Europa per le armi non scandalizzano, mentre i pannelli solari costano troppo. Eppure, anche da un punto di vista opportunistico, ricordiamoci che l’Italia non ha risorse di energia fossile, compriamo tutto da sceicchi arabi o dall’America. Perché allora non dovremmo essere più bravi a usare vento e acqua per essere più indipendenti?”.
Anche nell’area grossetana non mancano segnali del cambiamento climatico in corso.
“Le temperature di questi giorni e degli anni recenti sono assolutamente inedite. La soglia dei 43 gradi ormai è comune nelle nostre estati. Se si sciolgono i ghiacciai, aumenta il livello del mare e le nostre spiagge, come avviene in Maremma, vanno incontro all’erosione. Siccità estive mettono in ginocchio l’agricoltura e il paesaggio. Aumenta il rischio di incendi in estate e in autunno quello delle alluvioni”.
Luoghi protetti come il Parco della Maremma possono diventare laboratori di resilienza climatica e modelli replicabili?
“Io ci credo fortemente. Intanto è importante avere aree protette perché abbiamo compromesso quasi tutti gli ecosistemi. In un Paese sovraffollato come l’Italia c’è una grande pressione dello sfruttamento edilizio e avere aree in cui ci sono paletti permette di salvare pezzi di territorio”.
Vede spiragli?
“Le normative europee vorrebbero proteggere il territorio e a qualcuno può dare fastidio, ma un’economia predatoria risponde agli interessi di pochi, non della comunità”.
Si riferisce a qualcosa in particolare?
“Non tutta l’economia è positiva. In passato abbiamo avuto operazioni industriali poi fallite che ci hanno lasciato ancora oggi eredità disastrose, come nella laguna di Orbetello”.
Quindi, lunga vita ai parchi e alla loro tutela?
“I parchi sono zone in cui possiamo vivere seguendo criteri di rispetto dell’ambiente più restrittivi. Se vogliamo sopravvivere, il Parco è l’avanguardia delle regole da mettere su tutto il territorio”.