NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Esercitazione ’reale’. Si addestrano alle emergenze e poi salvano sul serio

Pietro Bracciali era impegnato in un campus in Trentino con i ’Cadetti d’Italia’. Il maltempo ha bloccato 60 turisti in una grotta: li hanno soccorsi e rifocillati.

Un momento dei soccorsi del gruppo di turisti rimasti bloccati dentro ad un grotta

Un momento dei soccorsi del gruppo di turisti rimasti bloccati dentro ad un grotta

C’è anche un ragazzo dell’Amiata tra i protagonisti del salvataggio che ha evitato il peggio per un gruppo di turisti in difficoltà sulle montagne trentine. Si chiama Pietro Bracciali, ha 17 anni, ed è figlio degli storici proprietari dell’Hotel Le Macinaie sul Monte Amiata.

Pietro era in esercitazione con una decina di ragazzi e ragazze con i Cadetti d’Italia lungo il Sentiero della Pace, nella zona del Passo Paradiso (nel comune di Vermiglio), in Trentino, quando un improvviso peggioramento del tempo ha colto di sorpresa una comitiva di escursionisti, tra cui bambini piccolissimi.

"Eravamo in fase di rientro – racconta Pietro – dopo l’interruzione dell’addestramento per via della pioggia. Stavamo sistemando l’equipaggiamento in una vecchia galleria militare, quando ci siamo trovati davanti un gruppo di turisti, fradici, infreddoliti e chiaramente impreparati ad affrontare la montagna: scarpe da ginnastica, niente giacche, nessun ricambio".

In pochi minuti i turisti sono diventati oltre sessanta: "Tra loro anche bambini di pochi mesi: piangevano, tremavano dal freddo. Abbiamo fatto quello che ci è sembrato giusto".

Nel gruppo dei turisti anche mamme con bambini in tenera età (3-4 anni ed uno di appena 8 mesi) bagnati infreddoliti ed impauriti che presentavano i primi segni di ipotermia, come del resto anche parecchi adulti. I Cadetti hanno condiviso vestiti asciutti, coperte termiche, viveri e acqua calda. Hanno acceso fuochi per scaldare i più piccoli e chiamato il Soccorso Alpino, che è poi intervenuto con il proprio personale per recuperare il gruppo e portarlo al sicuro. L’intervento si è concluso senza gravi conseguenze.

L’attività di esercitazione che si stava svolgendo sulle montagne trentine era organizzata dalla Sezione Unuci (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) di Trento e si inquadrava all’interno di un percorso formativo e addestrativo sotto l’egida del ministero della Difesa. Oltre ai Cadetti d’Italia partecipavano all’esercitazione altri volontari provenienti da varie associazioni d’arma, quali Unuci Sezione Germania-Baviera, Anvg (Associazione Nazionale Volontari di Guerra) sezione San Zenone al Lambro, Uc15 Operazioni Speciali, Anpdi (Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia) sezioni Basso Piave e Val Seriana, Polizia Locale Fvg (Friuli Venezia Giulia), Cmcri (Corpo Militare della Croce Rossa Italiana) e Smom (Sovrano Militare Ordine di Malta): complessivamente una compagine di 40 volontari operativi, divisi in tre squadre. Per Pietro, quella dei Cadetti è più di una passione.

"Il mio sogno è entrare nelle Forze armate – spiega il giovane –. Ho scoperto questa associazione quasi per caso durante una visita al Monte Grappa, ma da allora non ho più smesso".

Una scelta di disciplina, preparazione e senso civico.

Far parte di questa associazione richiede al giovane amiatino di partecipare a due incontri al mese più due campus estivi, uno in Italia e l’altro in Inghilterra. Infine c’è anche un periodo di esercitazione invernale (dai 3 ai 5 giorni).

"Non siamo addestrati alla guerra, ma a gestire le emergenze. E questa volta – conclude Pietro –, l’emergenza era vera".