ANGELA MARIA FRUZZETTI
Cronaca

Tuffi da brivido nel fiume. “Correnti pericolose, mulinelli come trappole”

Allarmata segnalazione dell’associazione Borgo del ponte al Comune di Massa: “Riscontrato anche dal Genio Civile: a rischio la sicurezza dei bagnanti”. E Italia Nostra aveva puntato l’indice su un’antica gora a Canevara

I bagnanti tornano nelle pozze del torrente Renara e del Frigido (foto d’archivio)

I bagnanti tornano nelle pozze del torrente Renara e del Frigido (foto d’archivio)

Dopo il “freno” messo per contenere il grande afflusso sul torrente Renara, in località Guadine, per ragioni di sicurezza, i frequentatori delle pozze hanno scovato nuovi lidi dove tuffarsi per resistere all’afa. C’è il fosso di Antona, a Forno il canale Regolo, vicino alla sorgente del Frigido e lungo il suo percorso. Poi le molte oasi ambientali confortevoli, tra cui Canevara alla Levata del Governo e a Borgo del Ponte. Ma in questi due ultimi siti fare il bagno non sembra essere tanto sicuro.

Alla Levata del Governo è già stato segnalato da Italia Nostra il rischio per i bagnanti a causa della presenza di una briglia molto alta e di un’antica gora che potrebbe risultare una trappola per i bambini e i nuotatori inesperti. A Borgo del Ponte, sotto il ponte di ferro, si ripete il rischio a causa del sifonamento di una briglia che provoca forti mulinelli. La forza del vortice che si crea potrebbe diventare una pericolosissima trappola. A lanciare un nuovo sos per la briglia sotto il ponte di ferro è l’associazione Borgo del ponte Capaccola Santa Lucia.

La prima segnalazione al Comune era partita a maggio e aveva ricevuto la risposta del dirigente Andrea Morelli sulla quale ora il il presidente, Vincenzo Ozioso esprime dissenso. «A nostro avviso infatti, facendo riferimento al testo unico delle acque del 1933, che non ci risulta sia stato abrogato, – spiega – ogni opera realizzata in un corso d’acqua è un’opera idraulica indipendentemente dal suo utilizzo o meno. Questa briglia, realizzata nella seconda metà dell’Ottocento, alimentava anche opifici della Camera Ducale e quindi forse era pubblica , ma se realizzata da privati doveva avere una concessione. Venuta meno l’utilità dell’opera questa passa automaticamente nella proprietà di chi ha dato la concessione che se ne assume la gestione. Per quanto riguarda il sifonamento constatato anche dai tecnici del Genio Civile può darsi che non costituisca un problema idraulico, ma lo è sicuramente per la sicurezza di eventuali soggetti che percorrono il fiume, e non solo nella buona stagione». Ora la zona è tornata infatti ad essere frequentata da bagnanti, tra cui molti ragazzi, e da pescatori. « Riteniamo quindi che il sindaco di Massa abbia il dovere, come garante della pubblica incolumità – conclude Ozioso – di attivare una somma urgenza con la clausola che le spese siano a carico del proprietario e responsabile dell’opera che a nostro avviso altri non può essere se non l’Ufficio del Genio Civile della Regione Toscana».