REDAZIONE MASSA CARRARA

"Salviamo Villa Massoni". Appello di Carlo Vignali: "Va acquistata, recuperata e destinata alla comunità"

Lettera aperta dello storico locale alle istituzioni e alla cittadinanza "Merita a pieno titolo di essere inserita nel programma della candidatura".

Lettera aperta dello storico locale alle istituzioni e alla cittadinanza "Merita a pieno titolo di essere inserita nel programma della candidatura".

Lettera aperta dello storico locale alle istituzioni e alla cittadinanza "Merita a pieno titolo di essere inserita nel programma della candidatura".

"La città, con Villa Massoni, si avvia verso una ulteriore sparizione di pubblica memoria della storia locale come già avvenuto per la Villa ducale ’la Cuncia’, la Fornace romana di piazza Mercurio e la chiesa cattedrale di piazza Aranci. Ma a chi, ai tempi di oggi nella politica importa più della vera ’cultura’ storica?". L’allarme viene lanciato da Carlo Vignali, cittadino massese e storico ’rocchese’ che da anni si batte per il recupero della villa, con una lettera aperta indirizzata alla città. "La problematica di Villa Massoni è recentemente riapparsa sulle cronache locali in previsione dell’asta pubblica del prossimo 15 ottobre – scrive Vignali –. Finalmente si torna a parlare di tale (nostro?) tesoro architettonico e storico, con interventi di tutti i ’colori’ politici. Penso che Villa Massoni meriterebbe oggi a pieno titolo di essere inserita nel programma di Massa capitale della cultura 2028".

"Scrivevo in passato e confermo ancora oggi in attesa dell’asta (povera villa se si illude di interessare a qualche politico nostrano) – continua – che nulla prima e ancora oggi è stato intrapreso per la sua salvezza, e ciò nonostante una raccolta di firme dei cittadini partita soprattutto dai ’rocchesi’ e il suo inserimento nel concorso nazionale ’Luoghi del Cuore’, al fine del suo ritorno all’iniziale fascino architettonico e ambientale, grazie al suo vasto parco, e al suo recupero come centro culturale-ricreativo e come bene pubblico a fruizione di tutti i massesi. E non oggetto di speculazioni private. La sua insostituibile testimonianza storica non è più preservata né valorizzata pur essendo ’patrimonio culturale vincolato’, e meno ancora destinata a tutta la comunità massese".

L’analisi di Vignali non fa sconti a nessuno: "Prima gli ostacoli alla cessione da parte dei privati proprietari Casonato – afferma – poi il pubblico (Sovrintendenza e amministrazioni) suo ’abbandono’ pur contravvenendo sia alla legge di vigilanza e custodia e sia alla sua possibile destinazione ad uso pubblico, preferendo lasciarla invece nel suo finale degrado e all’incuria. ’Chi di dovere’ dovrebbe invece intervenire urgentemente per il suo acquisto: se vuole la ’politica’ i soldi li trova sempre e comunque. Dovrebbe realizzare lavori di restauro e conservazione prima del suo crollo totale e finale, acquisendola e destinandola come ’bene comune diffuso’ per tutti i massesi".

Vignali aveva già ripetutamente segnalato la gravità della situazione immobiliare tra gli anni 2012 e 2015, con proposte di recupero, ricevendo in cambio "tanto mutismo", soprattutto dalla politica, per una villa che risale al 16° secolo e che deve il suo sviluppo ai Cybo-Malaspina che ne fecero dimora verso il Castello, dotandola di grande parco esterno con sentieri e adornandola riccamente con balaustre, colonne e statue.