
A 8 mesi dallo sgombero la casa cantoniera resta chiusa e abbandonata "Ok al percorso intrapreso dalla giunta di Montignoso ma si faccia presto. Se oggi lo stabile ha un valore economico è grazie alla nostra attività".
E’ una strada ancora in salita quella per tornare a riaprire le porte della casa cantoniera di Montignoso, ancora blindata e ’off limits’ per tutti a otto mesi dallo sgombero di quella che era conosciuta come Casa Rossa Occupata. Ma qualcosa si muove e il movimento della Casa Rossa non demorde. "E’ in questo luogo che è stato aperto un nuovo spazio di possibilità: contraddittorio, inesplorato, ma reale – affermano gli attivisti –. Per chi ha attraversato la Casa Rossa e per l’intero territorio ora è il momento di mettere un punto. Ma che sia un vero punto di partenza. Intraprendere attivamente il percorso dei Beni comuni non ci ha portato – come speravamo – a mantenerci quello spazio. Ma ha aperto nuovi interrogativi sulla necessità politica che attraversa oggi il nostro territorio, andando oltre il nostro interesse personale, pur così vivo e doloroso".
Percorso dei Beni comuni che ora sembra l’unico possibile, ancorché tortuoso, così si entra anche nell’Osservatorio cittadino permanente per la partecipazione civica e i Beni comuni di Montignoso, il cui fine è proprio quello di avviare un esperimento di creatività istituzionale che possa dare forma all’amministrazione diretta e ad altri innovativi esperimenti di autorganizzazione civica e di controllo popolare. "L’Osservatorio apre invece uno spazio, anche se parziale e fragile, affinché le istanze popolari possano essere discusse e prese considerazione", proseguono dalla Casa Rossa raccontando anche dell’incontro, avvenuto ad aprile, fra maggioranza comunale, Anas e una delegazione della Casa Rossa per un possibile acquisto dell’immobile da parte del Comune.
Ecco allora che fare. "Come comunità della Casa Rossa, in questa fase, attraverso l’Osservatorio dei Beni comuni di Montignoso dobbiamo pretendere che venga monitorata la trattativa tra Anas e il Comune di Montignoso, in modo che venga incluso il percorso dei Beni comuni – concludono –. Che il Comune faccia riferimento alle linee guida per l’autorecupero che verranno redatte dall’Osservatorio stesso. Che vengano conteggiate all’interno della trattativa le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuate dagli occupanti nel corso degli anni e che oggi permettono allo stabile di avere un valore economico che, altrimenti, sarebbe quasi inesistente. Che si accorcino i tempi affinché quello spazio venga sottratto all’abbandono, al rischio di diventare una questura o un luogo di degrado, e torni a essere un punto di riferimento della comunità, restituito alla collettività. Qualcosa, dunque, si sta muovendo. Di sicuro non lasceremo che quello stabile marcisca senza lottare; e faremo di tutto perché torni alla comunità".