
Un recente incontro promosso da Usb e Rsu davanti alla Sanac
La spinosa e complessa questione dell’ex Ilva di Taranto, com’è, noto riguarda da vicino anche la Sanac. Sindacati e lavoratori massesi seguono da vicino l’evolversi della vertenza. "L’incontro avvenuto a Roma al tavolo dell’acciaio tra le istituzioni – sottolinea l’Unione sindacale di base di Massa Carrara – ha determinato l’aggiornamento del bando di gara per l’ingresso di un nuovo partner industriale in Ilva, fissando la totale decarbonizzazione come condizione vincolante. Un obiettivo che riteniamo necessario a Taranto e che l’Usb ha sempre sostenuto: il futuro della siderurgia deve essere compatibile con la salute e l’ambiente. Ma su questo non può reggere l’ennesima narrazione che riduce tutto a una partita industriale, senza affrontare la questione sociale. Nessuna parola su quanti posti di lavoro saranno salvaguardati o su quali saranno gli strumenti straordinari si intendono attivare per gestire la transizione e proteggere il reddito delle persone coinvolte".
"Così – afferma l’Usb – si lascia campo libero a chi pensa che la transizione sia solo una questione di tecnologia e non di diritti, dignità e futuro delle persone dirette e indirette. Che fine faranno gli operai Sanac? Quale è il piano nazionale per tutte quelle ditte, tantissime come Sanac che vivono grazie all’ acciaierie di Taranto? Quale è il futuro dell’indotto dell’acciaio? Come Usb crediamo che la presenza dello Stato è condizione imprescindibile in tutta questa operazione. Non come semplice arbitro, ma come soggetto attivo e garante di una strategia industriale di lungo periodo che coinvolga anche la Sanac".
Sindacati e lavoratori sono preoccupati. "Alla Sanac – continua l’Usb – si vive oggi l’ennesima incertezza lavorativa, con lo spettro della cassa integrazione che aleggia nuovamente dopo 10 anni di sacrifici, mentre a livello nazionale si continua a non prenderli in considerazione. Dove sono oggi i vari Barabotti, Amorese, Persiani e Ricciardi che negli anni si sono riempiti la bocca di essere al fianco degli operai Sanac? Addirittura qualcuno di questi sosteneva di aver trovato una soluzione a questa vertenza promettendo mare e monti. Oggi scopriamo invece che il Governo è pronto a sacrificare decine di lavoratori della nostra città senza garanzie e tutele di alcun tipo. Crediamo sia vergognoso che, a fronte di quanto sta emergendo dai tavoli romani, nessuno delle forze istituzionali e politiche locali e presenti al Governo apra bocca".
"La siderurgia – conclude il sindacato di base – è un settore strategico per il Paese: non può essere lasciata alla logica del massimo profitto di un singolo operatore privato. Serve un piano nazionale per la siderurgia, integrato nella strategia di politica industriale, che indichi investimenti, tempi e strumenti per una transizione ecologica giusta e socialmente sostenibile. A livello nazionale è urgente definire degli strumenti straordinari, i piani straordinari, per la tutela dell’occupazione, la protezione del reddito per i lavoratori, pensando anche a un futuro ’oltre la fabbrica’ per chi non potrà essere ricollocato all’interno degli impianti in un processo sacrosanto di decarbonizzazione e tutela ambientale".