MONICA PIERACCINI
Cronaca

Giovani morti annegati: quando il lago diventa pericoloso? La parola all’esperto

Verificare la presenza di cartelli che possono indicare eventuali divieti o pericoli alla balneazione, non avventurarsi in acque profonde anche se si è buoni nuotatori, non nuotare da soli, mai perdere di vista chi è nell’acqua: questi alcuni dei consigli per nuotare in sicurezza

Giovani morti annegati: quando il lago diventa pericoloso? La parola all’esperto

Firenze, 16 giugno 2025 – I laghi, specie in estate, possono diventare pericolosi per chi fa il bagno e lo dimostrano i recenti fatti di  cronaca. Come mai e quali sono le regole da tenere in mente per non correre rischi? Lo abbiamo chiesto ad un esperto, l’ispettore sommozzatore Andrea Cencetti, capo nucleo Sommozzatori di Firenze e istruttore nazionale dei sommozzatori dei Vigili del fuoco.

Andrea Cencetti, capo Nucleo Sommozzatori di Firenze
Andrea Cencetti, capo Nucleo Sommozzatori di Firenze

Lei ha grande esperienza come sommozzatore: i laghi sono più pericolosi del mare?

«I laghi sono molto diversi diversi dal mare, basti solo pensare al galleggiamento che in acqua dolce è minore rispetto a quello in acqua salata. Nei laghi possiamo trovare fondali improvvisamente profondi, alghe e piante acquatiche che possono dare problemi, fondali fangosi e melmosi che possono creare improvvise difficoltà. L'acqua nei laghi è tendenzialmente più fredda e soprattutto negli strati profondi ci possono essere correnti subacquee e mulinelli che non si vedono dalla riva. Inoltre, nei laghi, la presenza di bagnanti e addetti alla sorveglianza è minore rispetto quanto disposto lungo le coste marittime nel periodo estivo e questo può ritardare il salvataggio delle persone. Il lago, dunque, può sembrare più tranquillo del mare, ma nasconde delle insidie diverse. Conoscere questi rischi e adottare dei comportamenti prudenti, come ad esempio non nuotare da soli, non tuffarsi dove non si conosce il fondale, usare presidi di galleggiamento, è fondamentale per godersi un bagno refrigerante in sicurezza».

I soccorsi a Bilancino (Foto Jacopo Canè/Germogli)
I soccorsi a Bilancino (Foto Jacopo Canè/Germogli)

Quali sono i rischi più comuni che si corrono tuffandosi in un lago rispetto al mare?

«Per quanto riguarda il tuffo non è tanto la differenza di rischio che si corre facendolo in mare piuttosto che nel lago, ma la differenza di conoscenza o meno del fondale. La conoscenza del luogo dove si intende fare il tuffo è fondamentale, soprattutto per capire se, in base all’altezza dalla quale si spicca il tuffo, ci sia una profondità delle acque sufficiente ad accogliere l’ingresso in acqua e l’arresto dell’immersione prima di colpire le rocce o il fondale. In più nei laghi, nei torrenti e nei fiumi non è detto che, anche conoscendo il luogo, il fondale sia rimasto invariato dall’ultima volta che vi si è fatto il bagno. Le piene, ma anche la presenza di vegetazione attorno ad un lago, possono cambiare lo stato dei luoghi: per esempio potrebbe essere caduto un ramo di un albero, rimasto conficcato nel fondale, e quindi determinare un pericolo. I tuffi in generale, anche eseguiti da altezze ritenute normali, sono sempre a azioni che espongono l’individuo a un pericolo: l’impatto del corpo con l’acqua, l’affondamento repentino di chi si tuffa che può determinare l’aumento della pressione dell’acqua contro il timpano danneggiando l’orecchio. In caso di tuffo di testa può rivelarsi dannoso un ingresso sbagliato in acqua, oppure l’urto contro oggetti o persone già in acqua, che può provocare una perdita di conoscenza e il conseguente annegamento. E ancora: è un fattore di rischio la differenza di temperatura dell’acqua rispetto a quella esterna, che può causare shock termico».

Spesso si pensa, però, che le acque calme siano più sicure. È un’idea sbagliata?

«Sì, perché considerare le acque più sicure cambia la modalità di approccio per l’ingresso in acqua. Quando il mare è mosso ci si approccia con più precauzione, mentre vedere l’acqua liscia e calma di un lago può indurre a pensare che il contesto sia poco o per niente rischioso, ma, come abbiamo visto, non è così».

Malori improvvisi in acqua: è qualcosa che accade più facilmente nei laghi?

«No. Il malore avviene sia in mare che nel lago e può essere influenzato dalla temperatura dell’acqua. Ricordiamoci però sempre che la temperatura nei laghi è mediamente più bassa rispetto a quella del mare e questo potrebbe essere una discriminante».

Dal suo punto di vista, quali sono le principali regole di sicurezza da seguire per fare il bagno in un lago in modo consapevole?

«Verificare la presenza di cartelli che possono indicare eventuali divieti e/o pericoli alla balneazione, non avventurarsi in acque profonde, isolate o lontane dalla riva anche se si è buoni nuotatori, non nuotare da soli, mai perdere di vista chi è nell’acqua, non avventurarsi in nuotate estreme e tenere conto del vento e delle condizioni meteorologiche, che in ambiente lacustre tendono a cambiare più velocemente rispetto alla costa marittima. Infine, non entrare in acqua dopo aver mangiato o bevuto alcolici».

Il lago di Bilancino è frequentatissimo d’estate dai fiorentini. Dal punto di vista della sicurezza, ha delle particolarità? Ci sono criticità maggiori rispetto ad altri specchi d’acqua?

«Il lago di Bilancino presenta tutte le caratteristiche e le criticità proprie dei laghi artificiali. E’ uno specchio d’acqua di importanti dimensioni in termini di volume e di profondità e per la sua localizzazione è soggetto a variazioni di venti termici molto repentine, che possono variare improvvisamente la direzione della corrente di superficie creando problemi per chi si trova al largo, poiché potrebbe non riuscire a rientrare a riva».

Quali sono gli errori più comuni che vede fare alle persone nei luoghi balneabili d’acqua dolce?

«Sono due: l’approccio troppo superficiale all’acqua e pensare che gli incidenti e i malori possano accadere solo agli altri».

Se potesse dare un solo consiglio ai genitori con bambini (ma anche agli adulti) che vanno a fare il bagno al lago?

«Consiglierei vivamente di osservare gli aspetti già trattati, soprattutto non perdere mai di vista chi è in acqua. Per chi porta bambini al lago è necessario cercare di tenere sempre alta l’attenzione sui minori in acqua anche quando questi utilizzano aiuti al galleggiamento - ciambelle, braccioli, materassini, gommoni - che fanno involontariamente abbassare la soglia di guardia e di attenzione dei genitori e accompagnatori. Ultimo, ma non per importanza, al minimo dubbio avviare subito la macchina del soccorso».