
Il cucciolo di asino che è stato salvato durante l'incursione dei lupi
Zeri, 6 settembre 2025 – Non si dà pace Valentina Merletti, appassionata allevatrice di Val di Termine ,realtà montana nei pressi di Patigno, Comune di Zeri; è lì che nel solco della tradizione di famiglia , su di una superficie di oltre 50 ettari a pascolo e boschivi ,alleva mucche, vitelli, cavalli ed asini. O meglio, gli asini, li allevava…
La scorsa notte infatti, un branco di lupi, penetrati all’interno del recinto dov’erano custoditi ne ha fatto scempio. «A parte un esemplare parzialmente divorato, gli altri capi, 6 in tutto, sono stati letteralmente spolpati, ne è rimasto solo la colonna vertebrale, le ossa… una cosa terribile. Penso – spiega l’allevatrice – si trattasse di un branco di almeno una dozzina di lupi affamati, perché diversamente è impossibile comprendere come in una sola notte si possa fare un macello simile. Dalla mattanza s’è salvato solo un asinello, un cucciolo, perché è rimasto nascosto fra i rovi. Fra l’altro, qualche giorno prima, i predatori, avevano ucciso 2 pecore ad un vicino, alle 13, in pieno giorno… Ero partita con 160 pecore di razza zerasca anni addietro – racconta Valentina – poi ho dovuto smettere a causa delle continue predazioni dei lupi”.
I cani da guardianìa?
“Guardi, servono a ben poco; comunque con le pecore avevo smesso del tutto quando questi famelici carnivori erano riusciti una notte a penetrare nell’ovile e me ne avevano uccise 24. Attualmente ho 22 bovini di razza pezzata rossa, fra mucche ,vitelli ed il toro;in più ho cavalli e puledri;sì certamente, li tengo al pascolo. Perché il sistema di allevamento dalle nostre parti, può avere un ritorno economico solo se il bestiame nella bella stagione si alimenta direttamente sui prati e nei terreni impervi, difficili da coltivare”.
Cosa comporta adesso la perdita degli asini?
"Oltre al danno materiale e per me affettivo in quanto animali docili ed affettuosi, gli asini rappresentano il metodo migliore per eliminare gli incolti; sono gli unici animali che riescono a bloccare l’avanzata di rovi e spine in quanto semplicemente se ne nutrono, ne sono ghiotti.Nessun animale domestico riesce pascolando, a tenere puliti e fertili gli appezzamenti boscosi, sommersi da rovi e sterpaglie come l’asino. Si parla fin troppo spesso della salvaguardia delle «praterie di alta quota e della biodiversità» – sottolinea Valentina- tante belle parole e tanti buoni propositi, così pure a chiacchere si definisce pomposamente il pastore «il custode della natura e dell’ambiente», nella realtà poi cosa si fa per venire incontro ai pastori, a noi allevatori? Il problema delle predazioni da carnivori selvatici , è insostenibile. Del resto, fra lupi e cinghiali se ci viene tolta la possibilità di fare l’orto, tenere pecore, vitelli,asini e puledri, non si può vivere quassù. Se non si pone freno a queste problematiche ,lo spopolamento sarà inarrestabile e la montagna muore. Se saremo costretti noi, che siamo nati qui, a scendere a valle, automaticamente le scuole di montagna chiuderanno; finirà tutto - afferma con tristezza l’allevatrice - ed allora delle praterie d’alta quota e della biodiversità, ne resterà solo un lontano ricordo”.