
Il sindaco di Massa Francesco Persiani afferma che la candidatura di Massa a capitale della cultura è prima di tutto «un atto d’amore per la nostra terra. Un’occasione per valorizzare e mettere a sistema tutto il nostro capitale, materiale e immateriale»
Con la riunione del Comitato scientifico è partito ufficialmente il dossier per la presentazione della candidatura di Massa Capitale della cultura 2028, supportata da un territorio provinciale che parla all’unisono. Una tappa che il sindaco Francesco Persiani valuta in modo positivo e che pone le basi non solo per la corsa al titolo, ma anche per una valorizzazione fin da subito delle capacità attrattive e le potenzialità organizzative. E anche la volontà di superamento delle criticità che ogni luogo porta indubbiamente con sé.
Sindaco Persiani, che cosa ha spinto alla candidatura? "Massa merita di essere protagonista all’attenzione della comunità nazionale e internazionale. Candidarsi è, prima di tutto, un atto d’amore per la nostra terra. Significa non solo ambire alla vittoria, ma stimolare una rinnovata consapevolezza collettiva del bello e del buono che ci circondano. È un’occasione per valorizzare e mettere a sistema tutto il nostro capitale, materiale e immateriale. Ma soprattutto, è l’occasione per immaginare e delineare la visione della Massa futura, di ciò che saremo nei prossimi dieci o vent’anni".
Quale il suo tratto distintivo? "La capacità di raccontare una città unica, incastonata in un territorio straordinario come la Lunigiana, fatta di comunità coese, ricche di valori e tradizioni, consapevoli del proprio passato ma rivolte con fiducia al futuro. La cultura deve diventare la leva fondante di una nuova stagione, in cui una cittadinanza più consapevole e partecipe collabori con le istituzioni per uno sviluppo sostenibile del nostro meraviglioso territorio".
Perché Capitale della cultura? "Da tempo siamo impegnati nella valorizzazione dei simboli identitari della città. Siamo partiti da piazze e antiche fontane, proseguendo con un’intensa attività di reperimento di risorse, sia nazionali sia europee, per dare valore ai nostri ‘sassi’, alle nostre pietre storiche. I lavori in corso, seppur impattanti, sono seguiti con estrema attenzione. Restituiscono centralità e bellezza a luoghi simbolici: il Castello Malaspina, dove un accurato restauro sta riportando alla luce opere inedite; Palazzo Bourdillon e Palazzo Colombini, candidati a diventare cuori pulsanti della vita culturale cittadina; la Villa della Rinchiostra, con i nuovi allestimenti museali; il Giardino ducale del Pomario; e il nuovo Auditorium dell’ex Cat, ponte simbolico coi nostri paesi montani. Con la rinascita di questi luoghi è maturata l’idea: è tempo di un progetto che valorizzi tutte le energie culturali e il grande patrimonio diffuso che attendono solo di essere vissuti, condivisi, ammirati: una sfida che poniamo a noi stessi per aprire una stagione nuova, di responsabilità e di speranza".
Che cosa può mostrare di più attraente Massa e il suo territorio? "Partirei dai nostri fiori, dalle fioriture endemiche che sbocciano sulle vette apuane e che idealmente offro in omaggio a tutte le donne di questa terra. Sono un patrimonio naturalistico unico, custodito e valorizzato dal nostro Orto botanico. Dalle Apuane al mare, il viaggio attraversa un tessuto storico, antropico e culturale straordinario: i borghi della montagna, le testimonianze dell’antico popolo dei Liguri Apuani, le tombe celtiche, i reperti bronzei, le incisioni rupestri di Tombara, Pariana, Resceto, Valle del Frigido. Il Castello Obertengo, oggi Malaspina, è una delle più imponenti fortificazioni della Toscana, parte di un sistema di oltre cento castelli che costella la Lunigiana e rende questo territorio unico in Europa. E la città nella visione albericiana, che ancora oggi conserva tratti di modernità. Ammirare Nettuno nella Sala del Grottesco o la copia del portale di Mastro Biduino è un’esperienza che riempie d’orgoglio. E attorno le colline del Candia con i loro eroici viticoltori che si specchiano su una costa sempre più ambita".
Quali i punti dell’accordo con i sindaci del territorio? "Per un progetto culturale ambizioso. Massa ha senza dubbio tutte le carte in regola per essere protagonista, ma la sua vera forza sta nel saper essere punto di riferimento istituzionale e culturale di un intero comprensorio. La nostra proposta è che Massa sia capofila di un’area storicamente e culturalmente omogenea, dove ogni Comune venga riconosciuto e valorizzato alla pari. In quest’ottica, Carrara e la Lunigiana sono parte integrante della nostra visione. Abbiamo coinvolto i sindaci della provincia e quello di Luni e la loro risposta è stata da subito straordinaria: una prova di maturità istituzionale che ci onora e ci impegna a dare il massimo per vincere questa sfida. Insieme faremo un lavoro eccellente".
Quali personaggi saranno valorizzati? "La ringrazio per la domanda, che mi consente di anticipare un’idea simbolica: scenderà in campo la mitica tribù dei Liguri Apuani, con la loro leggendaria resistenza descritta da Tito Livio. E poi Michelangelo Buonarroti, i cui contratti di acquisto dei marmi sono conservati nel nostro Archivio di Stato insieme al nostro Gigi Guadagnucci, a cui abbiamo dedicato un museo permanente. Non mancheranno omaggi alla famiglia Malaspina, ai Guglielmi, al Pascoli che insegnò nel nostro Liceo Classico, spesso visitato anche dal Carducci, e che dedicò una splendida poesia a Massa. L’obiettivo però non è solo celebrare il passato, ma guardare avanti: mettere in rete tutte le realtà culturali del territorio per costruire una società più coesa, matura e consapevole. È questo il nostro obiettivo più ambizioso".
Come sarà coinvolta la cittadinanza nel progetto? "La partecipazione dei cittadini sarà il fulcro. Abbiamo già costituito un Comitato promotore autorevole e rappresentativo, a cui è seguito un Comitato scientifico per l’elaborazione della visione progettuale. Una società esperta è incaricata della redazione del dossier, che ora verrà condiviso con le tante realtà culturali e sociali del territorio. Insieme costruiremo un palinsesto di eventi e iniziative che animeranno il 2028, e molte potranno partire anche prima. La candidatura è un progetto di tutti, per tutti".
Quando saranno completati i lavori ai palazzi e al Castello? "Entro il 2026 restituiremo alla città i luoghi più simbolici del centro storico. Stiamo lavorando per rigenerare gli spazi culturali esistenti, ma anche per crearne di nuovi, adeguati a una città che guarda al futuro".
Come affrontare le criticità legate alle colonie? "Esse sono parte della nostra identità costiera. Nel 2026, la Ugo Pisa sarà finalmente restituita alla cittadinanza. È un passaggio storico: dopo anni di immobilismo dimostreremo che con volontà e programmazione si possono superare anche le criticità più complesse. Le colonie private sono oggi molto attenzionate e ci sono segnali incoraggianti. L’amministrazione accompagnerà questo processo con scelte urbanistiche adeguate. Siamo ottimisti: la candidatura può diventare volano per nuovi investimenti".
Siamo pronti ad accogliere un alto numero di turisti? "Un territorio a vocazione turistica ha bisogno di strutture ricettive all’altezza. Stiamo lavorando per incentivare gli investimenti, ma ciò non avviene solo con norme urbanistiche. È necessario trasmettere fiducia: far capire che l’amministrazione investe nella crescita economica, culturale e sociale, per costruire un sistema turistico moderno, competitivo, attrattivo. Il nostro impegno va esattamente in questa direzione".