CRISTINA LORENZI
Cronaca

Bambini in preda all’afa. Nido e uffici dell’Asl senza climatizzatori

Protesta dei genitori di sedici piccini dell’asilo di Avenza ’Le mimose’. La Cisl chiede interventi concreti per tutti gli edifici direzionali e sanitari

Un asilo nido (Foto di repertorio)

Un asilo nido (Foto di repertorio)

Massa Carrara, 8 luglio 2025 – Impiegati dell’Asl al lavoro con temperature equatoriali, piccoli lattanti costretti al caldo insopportabile. L’aria condizionata, da tempo ormai alleato indispensabile dei mesi estivi, pare sia un optional senza troppa importanza per i nostri enti pubblici. Così il Comune ha deciso di lasciare in balia del caldo soffocante i 16 piccini dell’asilo nido ’Le mimose’ di Avenza che si trovano con le due aule, quella del sonno e quela del gioco senza aria condizionata.. “Abbiamo scritto tre pec al Comune – raccontano i genitori dei 16 bambini – che solo all’ultima ha risposto che l’afa di questi giorni non era prevista e che potrà concederci due ventilatori. Abbiamo fatto presente che i lattanti da 3 mesi a un anno non riescono a dormire nella stanza del sonno che non è dotata di finestre sufficientemente grandi da poter creare areazione”. “Questo – si legge poi nella lettera delle famiglie – comporta che i bambini si trovino a dormire in ambienti caldi e soffocanti. Riteniamo che questa situazione sia inaccettabile, considerando che si tratta di minori molto piccoli, fragili e vulnerabili. Malesseri, sudorazione eccessiva, disturbi del sonno e rischi legati a colpi di calore sono solo alcune delle conseguenze”.

Intanto lo stesso disagio viene vissuto dai dipendenti dell’Asl che nei vari centri direzionali non ha installato gli impianti di climatizzazione. Così in via Don Minzoni, l’intervento è stato fatto a spot e soltanto l’ala di un piano è dotata di aria condizionata. Il che lasica un centinaio di dipendenti all’afa torrida di questi giorni. Lo stesso succede negli altri centri sanitari come la palazzina all’Obitorio di Massa, quella in via Bassa Tambura, il distretto di via Mazzini a Pontremoli, oltre agli uffici nel quartiere Gobetti di Aulla. Si tratta di strutture nate negli anni ’60, costruite senza alcun criterio di risparmio energetico e senza una logica che tenesse conto del benessere dei lavoratori: troppo calde d’estate, troppo fredde d’inverno. Visto che a chi ha chiesto almeno un ventilatore è stato negato anche quello, della questione sanitaria si è fatta carico la Cisl Toscana nord che ha chiesto interventi concreti e la possibilità per i lavoratori di accedere allo smart working.

“L’azienda sanitaria – spiegano dalla Cisl – pare abbia emanato una circolare ai vari direttori delle unità operative complesse, che a loro volta dovrebbero trasmetterla ai rispettivi collaboratori. Un sistema farraginoso che si snoda da Pisa e Livorno fino ai territori, finendo per impantanarsi in passaggi burocratici infiniti.

Con il risultato che dopo una settimana la situazione resta praticamente immutata. I dipendenti sono lasciati a fronteggiare temperature estreme in ambienti di lavoro inadeguati, con continui lamenti e in un clima di malcontento crescente. Le misure previste, tra cui la possibilità di fare due giorni di smart working, eventualmente elevabili a tre nei periodi più critici, e la possibilità di uscire prima dal servizio per recuperare poi le ore, si rivelano insufficienti”. Da qui la Cisl chiede l’installazione immediata di condizionatori in tutte le sedi che ne sono prive, piani di ristrutturazione e adeguamento energetico degli edifici, maggiori tutele per chi lavora in condizioni climatiche estreme, anche attraverso modalità di lavoro flessibili reali, non solo teoriche. “In mancanza di risposte concrete – scrivono –, continueremo a dare voce al disagio dei lavoratori e a sostenere ogni azione utile a difendere la loro dignità e sicurezza”.