
La Ocean Viking a Marina di Carrara (foto Delia)
Carrara, 24 agosto 2025 – La scorsa notte la nave Ocean Viking ha soccorso un’imbarcazione in gomma nelle acque internazionali davanti alla Libia.
"Abbiamo salvato 47 persone tra cui 9 minori non accompagnati – scrive Sos Mediterranee su X –. Molti di loro fuggono dalla guerra in Sudan. Le autorità italiane hanno assegnato Marina di Carrara come porto di sbarco, 1.300 km lontano dall’area del salvataggio e 3 giorni e mezzo di navigazione in più che terranno la nostra nave lontana dal Mediterraneo”.
L’episodio rilancia la questione delle “rotte” imposte dal governo alle navi. Sabato 23 agosto la Mediterranea Saving Humans ha disobbedito agli ordini del Viminale che aveva assegnato il porto di Genova per lo sbarco. La nave è invece approdata a Trapani nella serata di sabato e i dieci migranti a bordo sono sbarcati”.
"Di fronte a ordini ingiusti e inumani del Ministero dell’Interno chi salva vite obbedisce al diritto del mare, alla Costituzione e alle leggi dell’umanità. Non è un atto di ribellione, ma di responsabilità e di civiltà. Vogliamo esprimere il nostro sostegno e la nostra vicinanza a Mediterranea e al suo equipaggio. La vera sicurezza non si costruisce respingendo, ma salvando, garantendo diritti e umanità. È questa la lezione che arriva oggi dal mare e che la politica, tutta, dovrebbe raccogliere." Con queste parole Monia Monni, assessora regionale alla Protezione civile, e Serena Spinelli, assessora regionale alle politiche sociali, che in questi anni hanno gestito direttamente gli sbarchi nei porti toscani, hanno commentato l'atto di disobbedienza della nave di soccorso "Mediterranea Saving Humans".
"Il comandante e il capomissione della nave Mediterranea hanno deciso di dirigersi verso Trapani, rifiutando l’ordine di sbarcare a Genova. È una decisione giusta e coraggiosa, perché mette al centro la vita e la dignità delle persone a bordo, non i calcoli politici del governo", hanno aggiunto. "Lo sappiamo per esperienza diretta: nei porti di Livorno e Carrara abbiamo visto cosa significano ore e giorni di navigazione in più per persone già provate da viaggi lunghi, pericolosi e segnati da violenze. Non è solo un aggravio, è una forma di ulteriore tortura inflitta a chi chiede solo di essere accolto in sicurezza e curato. Costringerli a tre giorni di mare per arrivare a Genova sarebbe stato disumano."