ANASTASIA BIANCARDI
Cronaca

L’emergenza da risolvere. Lupi, sos degli allevatori. Il Prefetto scrive a Giani

Zeri, la lettera dopo l’incontro con il sindaco Petacchi sempre più preoccupato "Stop ambientalismo ideologico o la montagna muore. Servono regole nuove".

Il sindaco di Zeri, Cristian Petacchi

Il sindaco di Zeri, Cristian Petacchi

A Zeri, la scorsa settimana, sono stati sbranati da un branco di lupi sei asini nel loro recinto. Episodio che è solo l’ultimo di una serie lunga. Questo avvenimento ha alzato ancor di più il campanello d’allarme e ha portato il sindaco Cristian Petacchi, che già aveva attenzionato chi di dovere della problematica, a incontrare il Prefetto Guido Aprea che ha accolto le sue richieste e scritto a Regione Toscana per chiedere provvedimenti in merito alla situazione diventata davvero difficile.

"Negli ultimi anni i territori montani stanno affrontando una nuova e crescente emergenza che rischia di compromettere definitivamente anni di lavoro, investimenti, passione e sacrifici: la presenza sempre più massiccia e incontrollata del lupo - dice il primo cittadino - Non si tratta più di episodi sporadici. Non è un caso isolato: predazioni a carico di greggi, capre, pecore, ma anche animali da compagnia e da lavoro si ripetono con frequenza sempre maggiore. La preoccupazione è che, se nulla cambia, gli attacchi possano estendersi presto anche ai bovini, con conseguenze economiche ancora più gravi e un clima crescente di paura tra la popolazione".

"Il lupo non è cattivo - continua il sindaco Cristian Petacchi - è un predatore che segue il suo istinto. Il vero problema non è l’animale, ma la mancanza di una gestione seria, equilibrata e responsabile della sua presenza nei territori abitati e coltivati dall’uomo. Ogni attacco non rappresenta solo un danno materiale: è un trauma che si ripete, un colpo al cuore per chi ha scelto di continuare a vivere e lavorare in altura, scommettendo su agricoltura, allevamento e turismo. Un percorso già difficile che rischia di trasformarsi in una lenta rinuncia. Il pericolo, inoltre, non riguarda più soltanto l’economia".

E’ per questo che il Prefetto chiede alla Regione di valutare l’opportunità di "intervenire con ogni consentita urgenza per risolvere le criticità". "Sempre più spesso i lupi si avvicinano a centri abitati, rifugi e aziende agricole, perdendo la naturale paura dell’uomo. Una situazione che solleva interrogativi anche sulla sicurezza delle persone, in particolare bambini, anziani ed escursionisti – prosegue Petacchi – Se la paura e la frustrazione dovessero prevalere, il rischio concreto è l’abbandono delle terre alte. Ma l’abbandono della montagna non avrebbe ripercussioni solo per chi vi abita: frane, smottamenti, incendi incontrollati e dissesto idrogeologico avrebbero conseguenze gravi anche per chi vive a valle o nelle città. La montagna presidiata è infatti un bene comune, fondamentale per la salvaguardia del paesaggio e del clima. È tempo di dire basta a un certo ambientalismo ideologico, lontano dalla realtà. La tutela della biodiversità non può avvenire a discapito delle comunità umane, della loro storia, della loro economia e della loro sopravvivenza. Servono regole nuove e strumenti efficaci di gestione della fauna selvatica. Soprattutto, serve che lo Stato torni a prendersi cura delle sue montagne e di chi le abita".

Un appello forte, che chiede ascolto e serietà, in nome di un equilibrio che oggi sembra irrimediabilmente compromesso.

Anastasia Biancardi