
La cerimonia in ricordo dell’eccidio a San Terenzo Monti
Fivizzano (Massa Carrara), 20 agosto 2025 – Quelli che 81 anni fa divennero luoghi di morte per una furia cieca e insensata, oggi raccontano una storia diversa a chi li attraversa. La storia di una comunità che non vuole dimenticare ma anzi insegnare il rispetto per la vita, accogliendo e spiegando il male a chi vuole ascoltare.
Ieri mattina alla cerimonia in ricordo dell’eccidio di San Terenzo Monti-Bardine, realtà nel Comune di Fivizzano in provincia di Massa Carrara incastonate sulle Alpi Apuane, un tempo a cavallo della Linea Gotica, dove in tutto furono uccise 159 persone dai nazisti, è stato rievocato anche il momento in cui un bimbo di 13 anni, scoperti i corpi trucidati in località Valla di 107 tra donne e bambini, corse a perdifiato a raccontare ciò che aveva visto ai paesani di San Terenzo: “In Valla sono tutti morti. In Valla sono tutti morti”. L’orrore, in un messaggio di poche parole. La cerimonia ha preso il via con la deposizione di una corona di fiori alla lapide che ricorda le vittime al ponte di Bardine, poi il corteo si è spostato per compiere il medesimo gesto al cimitero locale. Infine, dopo un breve corteo, in località Valla è stata celebrata una messa e si sono susseguiti gli interventi delle autorità.
“Il ricordo di quanto accaduto continua a guidarci affinché simili tragedie non abbiano mai più a ripetersi”, ha esordito il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti, la cui amministrazione porta avanti un percorso di stretto contatto con realtà tedesche come quella di Engelsbrand, nella Foresta Nera, il cui Borgomastro era presente. “Essere qui per la Memoria e per l’amicizia è qualcosa che ci rende estremamente felici”, ha detto emozionato Thomas Keller ricordando la vicenda di Wilhelm Kusterer, uno dei boia delle stragi naziste in Toscana e di Marzabotto, cui il Comune tedesco di Engelsbrand ritirò la medaglia assegnatagli, una volta scoperta la sua identità. Lodando, infine, “il lavoro svolto a livello locale e gli stretti rapporti di scambio culturale con Fivizzano. A luglio scorso l’ultimo incontro con i rappresentanti della comunità per i 50 anni dalla nascita del nostro Comune”.
Di amicizia e sentimenti di estrema vicinanza ha parlato anche la Console Generale della Repubblica Federale di Germania, Susanne Welter, tornata per una seconda volta alla cerimonia dopo lo scorso anno, occasione in cui dopo aver detto di “vergognarsi per i tedeschi” si scusò precisando che la giustizia nel suo Paese “non era stata in grado di condannare quei criminali”. “Nutro sentimenti di grande amicizia per queste persone e questi luoghi, dove Wermacht e SS hanno sfogato la loro violenza su donne e bambini – ha detto Welter ieri mattina – Mi sento sempre ben accolta”. Infine l’orazione ufficiale dell’europarlamentare Pd Dario Nardella: “Incomprensibile il male che qui è stato fatto – ha detto, ricordando anche altri luoghi di strage come Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema – Nella realtà toscana il ruolo e l’importanza della Memoria sono cruciali, così come lo è quello dei giovani. I treni della Memoria sono un veicolo di crescita morale e sociale assoluto, schemi che il governo dovrebbe incentivare con risorse ad hoc”.
Dopo aver ricordato la figura di padre Martino Conti, che fu quel bambino di 13 anni sconvolto dall’orrore a Valla prima di diventare Rettore della Pontificia Università Antoniano di Roma, il delegato alla Memoria del Comune di Fivizzano Roberto Oligeri ha ricordato anche quella di Almo Baracchini, “che all’epoca ventenne ebbe il merito di andare contro al cartello lasciato dai nazisti in italiano – “chi gli darà sepoltura farà la stessa fine“ – staccando per primo i corpi appesi vicino al cimitero della frazione di Bardine”.