REDAZIONE LUCCA

Sanità, la scure dei tagli-beffa. Mille euro di compartecipazione per il tutore che era gratuito

Un disabile racconta l’amara scoperta: il supporto grazie al quale riesce a camminare adesso deve essere pagato in parte. ”Ma io guadagno appena 150 euro al mese con un lavoro sociale“.

Simone Bacci, 56enne lucchese rimasto disabile dopo aver un ictus ischemico

Simone Bacci, 56enne lucchese rimasto disabile dopo aver un ictus ischemico

Mille euro di compartecipazione per avere un tutore che fino a poco tempo fa veniva passato interamente dall’Asl. A denunciare quello che si presenta come un nuovo taglio alla sanità è Simone Bacci, 56enne lucchese rimasto disabile dopo aver avuto un ictus ischemico ormai più di dieci anni fa.

In una lettera, spedita, tra gli altri, alla Presidenza della Repubblica e alla Regione Toscana, l’uomo ha raccontato di quanto la sua vita sia cambiata da quel momento: la perdita della famiglia, della possibilità di continuare a fare il proprio lavoro, ma soprattutto dell’indipendenza, fisica e economica.

"Sono iscritto dal 2015 nelle categorie protette – ricorda – ma in ben dieci anni sono riuscito a ottenere solo una borsa lavoro in un’azienda dove guadagno 150 euro al mese, e per questo mio malgrado dipendo in gran parte da mia madre che ha più di 80 anni. Il prossimo aprile il contratto scadrà e non ho alcuna certezza sul rinnovo, per quanto a quei pochi soldi preferirei un impiego ‘vero’, magari pubblico e a tempo indeterminato che mi faccia tornare a guardare al futuro con fiducia".

Adesso a preoccupare Simone Bacci non è però solo la precarietà del lavoro. A giugno, infatti, l’amara scoperta: l’Azienda Toscana nord ovest non coprirà più l’intero costo del tutore in carbonio con articolazione neuro swing e delle apposite scarpe che gli consentono di camminare e che devono essere cambiate con cadenza regolare.

"Circa ogni due anni il dispositivo deve essere rinnovato, ma a oggi sono costretto a tenere quello che già indosso anche se è usurato e mal funzionante – spiega – Mi è stato infatti detto che dal 2025 per avere questo tutore dovrei compartecipare alla spesa con 1000 euro, per coprire circa la metà dei costi. Come faccio, con una borsa lavoro da 150 euro mensili, a permettermelo? Con un mio attuale ‘stipendio’ non riuscirò nemmeno a comprarmi le scarpe, che, sempre da quest’anno, l’Asl non passerà più".

Da qui l’appello di Simone Bacci alle istituzioni per rivedere le novità introdotte e la normativa sugli ausili: "Non è una lotta di un singolo – dice – ma riguarda la dignità di tutte le persone disabili".

Jessica Quilici