REDAZIONE PRATO

Tariffe trasporto sociale "Immobilismo politico imbarazzante"

La preoccupazione delle famiglie, che si sono rivolte ad un legale, cresce dopo il caos politico in Comune. La denuncia: "Oltre 100 persone lasciate a piedi". I costi lievitati da "276 fino a 575 euro al mese".

La riorganizzazione del trasporto. disabili. ha messo in difficoltà molte famiglie,. le cui esigenze sono state recepite dalla SdS senza. tradursi. in modifiche foto d’archivio

La riorganizzazione del trasporto. disabili. ha messo in difficoltà molte famiglie,. le cui esigenze sono state recepite dalla SdS senza. tradursi. in modifiche foto d’archivio

PRATO Il terremoto giudiziario che ha scosso il Comune con le dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti, sta mettendo a dura prova le famiglie dei disabili alle prese con le nuove contestate tariffe riguardo il trasporto verso i centri diurni, calcolate in base all’Isee superiore ai 43mila euro. Da una parte le famiglie sul piede di guerra vedono crollare di fronte a questo imprevedibile stop le minime rassicurazioni avute nei mesi scorsi. "Non è cambiato niente – dicono le famiglie e i caregiver raggruppati per tutelare gli interessi dei congiunti disabili – nonostante le comunicazioni che avevamo avuto che ci rassicuravano di un passo indietro rispetto alla disposizione della Società della Salute di febbraio, con cui si determinava la decadenza dal servizio di trasporto sociale organizzato dai Comuni per chi aveva Isee familiare superiore a una certa soglia e per chi non lo presentava. Molti di noi sono stati convocati a maggio dalla SdS, e aspettavamo una riunione successiva con cui ci avrebbero informato di eventuali cambi di passo. Non ci hanno riconvocato e ora, nel nuovo scenario politico che si apre, viviamo col terrore di dover continuare a pagare per mesi cifre assurde per un servizio che ai nostri familiari spetta di diritto". Un diritto sancito, come ricordano i familiari, "in tante sentenze. Inoltre per la legge regionale 41, per questo tipo di servizi non sarebbe obbligatorio presentare l’Isee, neanche quello ristretto, previsto per casi del genere". Dall’altra c’è la SdS che rimane in piedi con la sua direttrice, Lorena Paganelli, mentre perde il presidente che fino al 10 luglio resta in capo all’assessore Sandro Malucchi. E’ Paganelli a parlare: "Abbiamo incontrato le famiglie e recepito le loro istanze: ci hanno chiesto di pagare tutti e di pagare meno. Il quadro non è completo: non tutte le famiglie hanno presentato l’Isee, modifiche al momento non si possono apportare alla delibera". In rappresentanza del Comune di Prato siederà con gli altri sindaci, il commissario. "Poi ci sarà l’elezione per nominare il nuovo presidente". Intanto presto arriveranno i primi conti da pagare ai disabili le cui famiglie non hanno presentato l’Isee, mentre a chi l’aveva presentato entro il 30 aprile il conto da pagare per recarsi al centro diurno sociosanitario o sanitario è già arrivato, i primi di giugno: "Cifre stimate che vanno da 276 euro al mese a 575 euro a seconda del fatto che si abiti a Prato, negli altri comuni della Provincia o che si sia o meno in carrozzina, per una spesa che costituisce una barriera, di tipo economico, che ostacola l’accesso al diurno e il diritto alle cure", protestano le famiglie che si sono rivolte ad un legale e lanciano "un appello alla risoluzione del problema, visto che la consistenza dei costi, seppur calmierati, non consente a molti la frequenza quotidiana al centro diurno e diversi disabili stanno andando a giorni alterni". Una situazione che ha demoralizzato i familiari appellati "Paperon dei Paperoni" e accusati di non presentare "l’Isee perché avevamo qualcosa da nascondere, senza considerare che il servizio è rivolto ai disabili e dovrebbero essere in grado di pagarselo in autonomia, a prescindere dai redditi di fratelli, genitori". E puntano il dito sulla compartecipazione: "Chi è incorso nella “decadenza” dal servizio organizzato dalla SdS ha accordi privati con le associazioni che effettuano il trasporto e paga per intero la quota, in base a un prezzo calmierato offerto dalle stesse associazioni, con ricevute che in alcuni casi sono per ’libera erogazione’ o neppure scaricabili". Tante le perplessità emerse sulla gestione: "Una volta accortosi che la cifra messa a disposizione non bastava, un buon padre di famiglia avrebbe cercato di capire come ottimizzare la spesa. Invece è stato fatto un taglio con l’accetta, dimenticandosi che si tratta di disabili adulti con una pensione di circa 600 euro". A quanto pare ci sarebbe un motivo a tenere ferma la revisione, precedente ai fatti recenti: manca il consuntivo grazie al quale la SdS potrà avere la certezza delle risorse a disposizione per coprire del tutto o no i costi del servizio. Infine i familiari lanciano un appello a chi arriverà dal 10 luglio in poi. "Prato ha un altro triste primato, quello di aver lasciato a casa 100 disabili. Ci appelliamo a chi potrà far qualcosa nei prossimi giorni o nel riordino che ci sarà, all’arrivo del commissario, anche nella giunta della Sds".

Sara Bessi